Come ben sanno i vitivinicoltori sardi, quest’anno scadeva il triennio per gli enti autorizzati dal Ministero dell’Agricoltura alla certificazione dei vini a denominazione d’origine della Sardegna. Certificazioni che, fino al 31 luglio, erano suddivise fra tre enti: Camera di commercio di Oristano, Camera di commercio di Nuoro e Valoritalia. Mentre Valoritalia a sua volta è certificata da un ente nazionale (Accredia, che certifica i certificatori), le Camere di commercio, finora, non sono obbligate a questo super controllo. Gli enti di certificazione devono essere scelti dai Consorzi di tutela che abbiano la maggiore rappresentatività tra i soggetti destinati ad essere controllati (viticoltori, vinificatori, imbottigliatori). In mancanza di questa scelta, o nei casi in cui i consorzi non abbiano almeno una rappresentatività del 51%, della produzione ed il 35% dei viticoltori, la scelta spetta alla Regione, che la propone al Ministero dell’Agricoltura per l’emissione dell’apposito Decreto.
Poiché tra i consorzi del nord e quelli del sud dell’Isola nessuno possedeva, per il Vermentino di Sardegna, la rappresentatività prevista nel piano dei controlli, la scelta spettava alla Regione. L’assessore dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi ha prescelto e comunicato al Mipaaf che la certificazione del Vermentino di Sardegna fosse assegnata alla Camera di commercio di Nuoro, esautorando Valoritalia, mettendo a rischio il posto di lavoro di due ragazzi sardi i quali, a causa delle minori entrate per la perdita della denominazione più rappresentativa in termini quantitativi, potrebbero essere licenziati. Valoritalia, e nel contempo anche i Consorzi di tutela dei vini di Sardegna, di Cagliari e del Sulcis hanno presentato un ricorso al Tar, perché non ritengono accuratamente documentate le argomentazioni dell’Assessore sulla scelta fatta. Poiché entro il 31 luglio, Valoritalia doveva passare il testimone alla Camera di commercio di Nuoro, responsabile della certificazione a partire dal 1° agosto, ed avendo il Tar rinviato la decisione al 23 settembre, le cantine che dovranno certificare il Vermentino di Sardegna, dovranno rivolgersi alla Camera di Nuoro. Se lo riclassificano come semplice vino Igt Isola dei Nuraghi, i controlli spettano a Valoritalia. Qualora, dopo il 23 settembre, i ricorsi venissero accolti, si dovrà procedere a fare tutto il contrario dei passaggi effettuati a fine luglio!
E’ strano che non si sia tenuto conto che, nella ridefinizione territoriali delle Camere di commercio voluta dal Governo Renzi, in Sardegna sembra dovrebbero rimanere solo due Camere: Cagliari e Sassari. Per cui quelle di Nuoro ed Oristano dovrebbero fondersi, rispettivamente, con Sassari e Cagliari. Scomparendo la Camera di Nuoro, cosa succederà? Una confusione e dei tempi vuoti per le modifiche delle competenze, sempre a danno dei nostri vinificatori. Visto quello che sta accadendo con le provincie soppresse, che nonostante tutto continuano ad esistere, forse con questa manovra si stia cercando, con manovre politiche, di mantenere in vita la Camera di Nuoro, considerando anche l’incarico di certificazione del Cannonau di Sardegna, precedentemente condiviso con quella di Oristano e, pertanto, responsabile dei due più diffusi vini Doc sardi? L’unica certezza è che migliaia di viticoltori sardi nei prossimi mesi dovranno subire una rivoluzione burocratica col rischio di pesanti sanzioni a chi per mera distrazione confonda un ente con l’altro, come è purtroppo già avvenuto recentemente. Forse un altro dei pasticci di questa Giunta di professori.
Romano Satolli – Consulente in legislazione vinicola e di Presidente dell’Unione Nazionale Consumatori
(admaioramedia.it)
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