Mare, ma non solo. Secondo la ricerca promossa dall’istituto di ricerca Eurispes, gli italiani associano alla parola “Sardegna” soprattutto il mare, ma anche a Berlinguer, Cossiga, Canalis, Gramsci e, nonostante non sia sardo, a Flavio Briatore. E, se vent’anni fa, la Costa Smeralda era il motore trainante dell’economia turistica della Sardegna, oggi si può dire che anche la costa sud con Chia, Pula, Villasimius e Costa Rei ha incrementato la sua notorietà nel panorama internazionale turistico.
I risultati ottenuti sono soddisfacenti? Giacomo Del Chiappa, professore all’Università di Sassari, promotore di una ricerca comparata sul turismo tra Canarie e Sardegna, crede di no: il costo di un pernottamento medio per notte alle Canarie è di 93 dollari, mentre in Sardegna è 103. Non solo, la spesa media dei turisti nel territorio dell’arcipelago spagnolo è di 1.822, 49 dollari, mentre quella in Sardegna di 1511,17.
Un motivo, secondo Del Chiappa, è che la Sardegna non è in grado di rinnovare la sua offerta: “La gente si stanca di fare sempre le stesse cose, abbiamo tantissime potenzialità ma non le sfruttiamo. Comunque, non dobbiamo cadere nell’errore di emulare le Canarie, che oggi hanno un grosso problema di sovraffollamento che nuoce all’aspetto naturalistico delle isole”.
E suggerisce di orientarsi “su un turismo di tipo imprenditoriale, simile a quello della Silicon Valley. Però, anche lì ci sono problemi di tipo strutturale che portano l’81% dei millennials italiani a voler espatriare e ad un atteggiamento poco propenso all’imprenditorialità”. Insomma, la Sardegna cresce, ma si potrebbe fare molto di più e molto meglio per tutelare e far fruttare le nostre ricchezze.
Silvia Pasquini
(admaioramedia.it)
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Giacomo Del Chiappa
Ringrazio per il pezzo scritto riportando alcuni tratti della ricerca che abbiamo svolto Eurispes. Nel corso della presentazione del rapporto, dopo aver discusso in maniera critica e comparata il modello di sviluppo turistico della Sardegna rispetto a quello delle Baleari e delle Canarie, abbiamo voluto offrire una suggestione che riguardasse un diverso settore, quello dell’innovazione. In questo senso, facendo riferimento a quello che la Sardegna già ha e sta facendo (parco scientifico e tecnologico, ecc) abbiamo cercato di sottolineare che cosa manca, o comunque cosa dovrebbe essere maggiormente presente (in Sardegna, cosi come nel resto di Italia) per rafforzare ancor più questi “hub-innovativi”. In questo senso si è discusso prima di tutto della necessità di avere un efficace ecosistema produttivo e sociale. In secondo luogo, si è parlato della necessità di sviluppare e ritenere capitale sociale (in questo senso si citava invece che, secondo un recente studio del World Economic Forum, l’81% dei millennials italiani dichiara di voler andare all’estero per affermarsi professionalmente). Infine, si richiamava la necessità di poter contare su un buon orientamento all’imprenditorialità, orientamento che risulta spesso carente (come sottolineato dalle ricerche Eurobarometro e dal rapporto Eurydice) non solo in Italia ma, più in generale, in tutta Europa.
Grazie di nuovo per aver riportato la notizia sulla ricerca.
Chiunque avesse curiosità o volesse approfondire qualche aspetto del rapporto mi può contattare all’indirizzo email: gdelchiappa@uniss.it
Buona giornata