La Sardegna non è mai stata una destinazione turistica in quanto tale, ma lo può diventare. Da anni si sta cercando di migliorare i servizi ma non c'e' mai stata una vera e propria presa di posizione da parte delle classi dirigenti, nè politiche nè imprenditoriali.
Gli sforzi, le pianificazioni e le decisioni si affrontano insieme, con un coordinamento generale dettato dal buon senso.
Buon senso che è mancato, ma che può tornare nella testa delle persone. La spinta maggiore deve essere data ovviamente dagli imprenditori (quelli seri), gli unici che con le loro competenze e professionalità e disponibilità finanziarie possono dare il vero contributo allo sviluppo locale.
Delusione, frustrazione, rassegnazione, mancanza di fiducia, forse sono queste le ragioni per le quali il Turismo in Sardegna, ma anche nel resto del territorio nazionale, non decolla. Purtroppo, le nuove generazioni non sono state formate adeguatamente, le classi politiche che si sono succedute non hanno dato spazio al vero motore di sviluppo economico che ci ha portato a diventare una tra le prime dieci potenze economiche mondiali: la Conoscenza. Gli imprenditori si trovano davanti ad una situazione paradossale. Scarsità di competenze sul mercato per quanto riguarda le figure professionali e scarsità di competenze tra gli amministratori pubblici. Un vero disastro.
Un mondo pilotato dall'opinione pubblica. Opinione che può essere deviata facilmente come il corso di un fiume, salvo poi, nel momento della verità, assistere a dirompenti cambi di rotta per tornare sulle vecchia strada. Cullarsi sugli allori di un boom inesistente, che invece rappresenta un ritorno alla normale situazione passata, cioè al pienone delle settimane centrali del mese di agosto, è un errore. Far passare la stagione turistica tutta, come le tre settimane di agosto, illude chi non sa e mortifica chi sa, perché viene considerato dall'opinione pubblica come 'quelli che non hanno più bisogno di supporto'.
Purtroppo, la gente comune non si informa e non ha i mezzi per informarsi, perché diversamente lo avrebbe già fatto. Non ha le possibilità perché non è in grado. In poche parole è ignorante. E su questo molti politici ci sguazzano. E da qui si affidano al mito dell'opinione pubblica, con i comunicati stampa che osannano la ‘stagione boom’. Il fatto, poi, di terminare tutti gli appelli alla grande festa per il boom turistico con un "ma dobbiamo migliorare su tutto l'anno", beh, questo è un deterrente per uscire dalle critiche di cui sopra. Non le accetto. Raccontatele al resto della massa ignorante. Da qui ad arrivare al vero boom turistico ci vuole tanto. Tantissimo. Siamo molto lontani. La strada è lunga. Iniziamo dalla formazione delle persone. Iniziamo dall'asilo. E lasciamo ai nostri figli un futuro migliore. Per ora non abbiamo vinto niente. Calma e sangue freddo.
Andrea Pili
(admaioramedia.it)
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