Qualità ambientale, storicità e integrità del paesaggio urbano, presenza di attrattori turisti rilevanti e strutture ricettive, numero degli abitanti: sono alcuni dei parametri per l’adesione alla “Rete dei borghi caratteristici di Sardegna”, istituita con la Legge sul turismo del 2017.
“Le nostre piccole comunità sono uno dei tesori più autentici della Sardegna – ha spiegato l’assessore regionale del Turismo, Barbara Argiolas – Vogliamo che diventino il fulcro di una offerta turistica strutturata, riconoscibile e sostenibile, capace di attrarre nuova domanda, sviluppare nuove stagionalità che si affianchino al balneare e valorizzino le zone interne dell’isola dal punto di vista turistico. In Italia e in Europa, i borghi, sono una destinazione emergente che sta ottenendo crescente attenzione mediatica e richiama sempre più visitatori: offrono occasioni di turismo lento incentrate sulla condivisione di culture ed esperienze tra viaggiatori e abitanti locali, e permettono di immergersi nella storia, nella cultura, nelle tradizioni e nei sapori del territorio”.
In Sardegna sono 57 i piccoli centri certificati dalle varie associazioni nazionali: 6 “Borghi bandiera arancione” (Touring club Italia), 6 “Borghi più belli d’Italia” e 45 “Borghi autentici d’Italia”. I parametri sono: numero degli abitanti, che dovrà essere pari o inferiore a 5.000 (comunque, i Comuni più grandi, ma aderenti alle associazioni Borghi più belli d’Italia, Borghi bandiera arancione e Borghi autentici d’Italia, in possesso di tutti gli altri requisiti potranno chiedere una deroga); centri di antica formazione, che conservino l’originale modello insediativo, i caratteri costruttivi degli edifici riconoscibili e curino il decoro del centro urbano; attenzione per la gestione sostenibile del territorio; offrano servizi di informazione e comunicazione turistica; presentino attività organizzate e aperte ai visitatori del borgo di carattere culturale, tradizionale, sportivo, musicale; produzione di filiere di qualità certificata o di prodotti Doc, Docg, Dop, Igp nella rete commerciale e nei pubblici esercizi del Borgo; ospitino strutture ricettive e di ristorazione aperte tutto l’anno.
“La Rete si propone come offerta di comunità che diventa turistica e culturale, improntata ad accoglienza e qualità, nei circuiti di promozione nazionali e internazionali – ha aggiunto l’assessore Argiolas – Nei borghi ritroviamo un’idea di Sardegna incentrata sulle persone, la cultura e l’identità più autentica, dal quale può nascere uno sviluppo turistico sano, che valorizzi i progetti territoriali attraverso una governance centrale capace di creare relazioni tra tutti i soggetti coinvolti. La capacità dei centri minori di attrarre flussi turistici è legata alla partecipazione a ‘reti territoriali’ e ‘reti di comunità’, che rendono fondamentale il protagonismo delle comunità nel loro insieme, e quello degli amministratori, operatori economici, sociali e culturali intorno a comuni interessi e obiettivi. Sarà così possibile anche attivare percorsi virtuosi dei territori che contribuiscano alla riduzione dello spopolamento nelle zone interne creino nuova occupazione”. (red)
(admaioramedia.it)