Quest’anno, con un certo anticipo, si conoscono già i dati del movimento turistico 2015. Grazie al Servizio statistico della Regione sono abbastanza attendibili, anche se non ancora validati dall’Istat: il tasso di rispondenza è elevato, specialmente per il settore alberghiero, meno preciso l’extralberghiero. Purtroppo non si conoscono ancora i dati per Comune. L’incremento sull’anno precedente è del 7% complessivo e del 7,4% per gli alberghi e non si può ritenerlo soddisfacente. Innanzitutto, è concentrato nei quattro mesi estivi (702.000 presenze su un totale di 880.000), con un modesto aumento nei mesi di maggio e ottobre. Inoltre, è avvenuto in un anno in cui eravamo favoriti dai tristi eventi in altre zone concorrenti, risultati migliori si sono avuti in altre regioni italiane e altrove.
Una nota positiva consiste nell’aumento dello IU alberghiero (indice di utilizzazione): 23,1 contro 21,3 del 2014 (nel quadrimestre estivo 56,9 contro 52,6), in parte dovuto ad una diminuzione dei posti letto (-0,7%). Lo IU è molto importante perché tiene conto della disponibilità ricettiva: per esempio, nel 1991 è stato 25,3 con 51.500 posti letto (nel 1989 è stato 27,4 con 47.400 letti), all’aumento della disponibilità non è corrisposto l’aumento delle presenze. Negli esercizi extralberghieri vi è stato un incremento (+ 3% dei letti e +8,6% delle presenze), che ancora non è chiaro se dovuto ai b&b, sperando che siano emersi dati più reali sulla loro attività finora poco conosciuta. Naturalmente non appare il ‘sommerso’ che si può valutare della stessa dimensione. Tutto ciò considerato, il nostro turismo è sempre una piccola cosa rispetto alle possibilità e rispetto a quel che avviene altrove (siamo attorno al 3% del turismo in Italia) e purtroppo le speranze di un sostanziale miglioramento sono pressoché irrisorie.
Non si valutano adeguatamente le possibilità di sviluppo di questa attività economica sia da parte dell’Ente pubblico competente (la Regione nel suo insieme) sia da parte dei vari enti minori che si occupano del settore (spesso molto limitata per carenza di idee oltre che di risorse). Anche gli stessi imprenditori dimostrano scarso spirito imprenditoriale e insufficiente iniziativa. E’ ben noto che l’attività turistica è strettamente dipendente dai trasporti: non è possibile ottenere uno sviluppo con un sistema di collegamenti quasi del tutto negativo, i vettori operano come in regime di monopolio e fanno quello che vogliono, al di là degli accordi. Non si è capaci di far capire in Europa e al Governo nazionale le nostre ragioni ed i nostri diritti. Il risultato è che non si riesce, in parte anche per mancanza di volontà, di realizzare quell’ampliamento del periodo di lavoro indispensabile per l’affermazione di questa attività nell’interesse non tanto e soltanto degli operatori ma di tutta la società e l’economia. Se si vuole ottenere un aumento dell’occupazione questo è il settore che può realizzarlo, altri discorsi sono illusori.
Tornando alle cifre, si sono superati i 12 milioni di presenze, al livello degli anni 2007, 2008 e 2009 seppure al di sotto, con aumenti soprattutto negli alberghi, il settore che può offrire le maggiori possibilità di lavoro. Le presenze alberghiere sono state 9.018.396 (73,6%), quelle degli esercizi complementari 3.224.291 (compresi anche i b&b) per un totale di 12.242.687. Nel 2014 i dati definitivi vedevano le presenze alberghiere a 8.395.064 (73,9%), extralberghieri 2.967.768, in totale 11.362.832. La concentrazione nel quadrimestre estivo è rimasta identica 82,5%. Gli italiani (+7,2%) sono il 56% del totale contro il precedente 53%, soprattutto negli alberghi e nel quadrimestre estivo, mentre gli stranieri (+8,3%) sono aumentati di poco. Lo IU è migliorato, oltre che nell’anno e nel quadrimestre estivo (anche in agosto è salito al 72,6 contro un 68,7 precedente), in tutti i mesi anche se resta di entità abbastanza modesta: 7,2 in aprile, 17,9 in maggio, 11,2 in ottobre; sempre molto basso da novembre a marzo. Gran parte degli esercizi in quel periodo sono chiusi, ma con l’attuale impostazione se aprissero non lavorerebbero, così come è avvenuto con la Pasqua di quest’anno e come succede tutti gli anni.
Considerando l’iniziativa dell’Assessorato del Lavoro, al quale si è unito quello del Turismo, di dare contributi alle aziende per il personale in servizio, se quelle risorse venissero impiegate per una seria promozione e valorizzazione del patrimonio ambientale e culturale o per coinvolgere gli operatori in nuove iniziative, come quella della realizzazione di un sistema di campi di golf, si avrebbe un senso, ma con una impostazione come l’attuale praticamente basata solo su ‘sole e mare’ c’è ben poco da sperare.
Gianfranco Leccis
(admaioramedia.it)
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