In questi giorni, la competente Commissione del Consiglio regionale sta esaminando il testo unificato in materia di turismo, sulla base di alcune proposte presentate da consiglieri sia di maggioranza che di opposizione, così da intervenire sulla legge quadro, che risale ormai ad oltre 30 anni fa. è del 1984. Tra le prime audizioni, quella dell’assessore regionale del Turismo, Francesco Morandi, che ha suggerito le quattro direttrici principali: il sistema di governance; il rafforzamento delle imprese; le tipologie di turismo tematico; gli adempimenti che derivano all’Amministrazione regionale.
Ha anche ricordato che, in conseguenza della soppressione di Apt, Ept, Esit e delle modificate competenze delle Province, nonché delle novità che potrebbero derivare dalla riforma costituzionale, che riporta in capo allo Stato le competenze in materia di turismo, è necessario non creare nuovi enti, evidenziando che servono forme adeguate di governance a livello territoriale, oltre ad un giusto raccordo tra pubblico e privato: «Però, la promozione in capo alla Regione garantisce maggiore efficacia nelle azioni mirate, tese ad assicurare una più elevata competitività al comparto, soprattutto sui mercati internazionali». Poi, ha proposto la semplificazione ed una robusta sburocratizzazione delle procedure per le imprese del settore ricettivo.
«E’ necessario un confronto ampio e partecipato sulla nuova legge sul turismo, realmente preludio di una volontà concreta di cambiamento – ha detto il consigliere regionale di Forza Italia, Giuseppe Fasolino, anche sindaco di Golfo Aranci – Il testo in discussione non lascia intravedere nessun progetto integrato di ‘turismo sardo’, prevede per lo più prescrizioni ed introduce norme che non vanno nel segno di modificare una legge quadro vecchia. Ci si occupa più di disciplinare nuovi organismi e strutture, anziché normare un mercato che è l’unico volano economico della Sardegna. Non si può pensare di riformare un settore così importante tralasciando il problema trasporti, bisogna creare le condizioni ottimali perché la gente arrivi in Sardegna e bisogna creare le opportunità perché abbia il piacere di fermarsi e soprattutto di ritornare. In questo senso non si può parlare di turismo sardo se non connesso a politiche regionali serie sui trasporti via mare e via aerea, se non connesso a norme urbanistiche volte alla qualificazione dell’offerta turistica. Il turismo ha bisogno di programmazione e di certezze, ma ha soprattutto bisogno di leggi si settore che non ledano la principale fonte di sviluppo economico della nostra isola».
Secondo il consigliere regionale di Forza Italia, Edoardo Tocco, nel testo c’è un vuoto nei confronti delle esigenze delle agenzie di viaggio: «Occorre una normativa che tuteli sia gli agenti di viaggio che i consumatori. Le associazioni di settore hanno espresso parecchi dubbi sul disegno di legge. Con l’evoluzione tecnologica si è infatti favorita una giungla senza controllo nel settore e si sono moltiplicati coloro che operano con disinvoltura e senza controllo, facendo dilagare l’abusivismo. La legge deve chiarire e definire che la competenza e la forma giuridica autorizzata ad organizzare, proporre e vendere pacchetti di viaggio o tour organizzati, è esclusivamente dell’agenzia viaggi dotata di una regolare licenza». (red)
(admaioramedia.it)
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