Da oggi a lunedì 25 marzo, sarà a Sidi Bouzid (Tunisia) la missione prevista all’interno del progetto di cooperazione internazionale “Territori solidali – Supporto all’economia sociale dei giovani agricoltori e allevatori”, finanziato dalla Regione e che ha come capofila il Comune di Nuoro, il Comune di Sant’Andrea Frius e la società agricola “l’Ulivo” partner, l’associazione Focus europe coordinatrice del progetto. L’attività formativa, rivolta a giovani allevatori tunisini che svolgono l’attività della in modo tradizionale per la sussistenza delle proprie famiglie, saranno condotte da due allevatori sardi della società “l’Ulivo”, Pasqualino Sole e Caterina Sole.
La missione ha un duplice scopo: gli allevatori sardi collaboreranno coi giovani allevatori tunisini per trasmettere tecniche e conoscenze della tradizione sarda nella trasformazione del latte di pecora in prodotti caseari e sarà possibile creare legami istituzionali tra le realtà istituzionali locali tunisine e sarde.
“I formatori sardi porteranno strumenti di lavorazione tradizionali, dando lustro all’eccellenza e alla tradizione sarda – ha spiegato Giuseppe Cappai, presidente della Focus europe – L’obiettivo è quello di garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo a livello locale. Grazie al progetto sono stati acquistati da parte dei giovani agricoltori tunisini 30 pecore e messi a coltura circa 4 ettari per la produzione di foraggio. Al termine della missione formativa i giovani allevatori avranno acquisito le tecniche di base per la produzione di pecorino e ricotta che permetterà loro di incrementare gli introiti e rendere la propria attività sostenibile. Il progetto rappresenta un’iniziativa concreta di sostegno all’agricoltura, all’allevamento e allo sviluppo economico endogeno inclusivo e sostenibile di un’area particolarmente depressa della Tunisia”.
Le aree rurali della Tunisia presentano i maggiori problemi in termini sociali e occupazionali e la rivolta delle Primavere arabe nacque proprio a Sidi Bouzid: “L’intervento mira a favorire la crescita delle aree rurali in modo tale da ridurre le differenze con quelle costiere e ridurre anche il crescente fenomeno di migrazione interna ed esterna. Il Governatorato di Sidi Bouzid rappresenta una delle zone meno sviluppate del paese: il tasso di partecipazione al mercato del lavoro è al 28% per le donne rispetto al 74% degli uomini. Nonostante una situazione socio-economica instabile, la realtà di Sidi Bouzid è una delle più promettenti e innovative fra tutte le regioni della Tunisia. E’ anche il posto dove l’Unione generale dei lavoratori tunisini (Ugtt), principale organizzazione della società civile tunisina, ha distanziato maggiormente la sua politica di compromesso con il partito al potere e dove, insieme all’Unione dei diplomati-disoccupati sta portando avanti un progetto di rivendicazione dei diritti del lavoro sulla base di necessità sociali reali”.
I punti di forza del progetto sono le eccellenze della Sardegna, come la produzione casearia e l’impresa pastorale: “Una volta avviate le attività di trasformazione del latte in prodotti caseari di matrice ‘sarda’ a Sidi Bouzid, si instaureranno reti tra gli attori sardi e tunisini che permetteranno di estendere l’internazionalizzazione anche verso altri settori ad esempio il trattamento e la conservazione della carne”. (red)
(sardegna.admaioramedia.it)