Due recenti episodi descrivono lo stato penoso in cui versa la presunta classe dirigente sarda. Il primo è il conigliesco silenzio di Pigliaru e della sua improbabile Giunta sulla frase del ministro Poletti (“Il curriculum è inutile, per trovare lavoro, giocate a calcetto”), che offende tutti i disoccupati sardi. Il secondo è il surreale appello dei produttori sardi contro i dazi commerciali imposti da Trump.
Partiamo dai produttori sardi o sedicenti tali. Diciamo subito che possiamo star tranquilli: le bellicose dichiarazioni contro il populista più potente del pianeta non scateneranno una guerra commerciale tra gli Usa e la Sardegna. Bisogna riconoscere a questi arditi del pecorino romano e della panada un notevole sprezzo del ridicolo. Infatti certi personaggi fanno letteralmente ridere. Purtroppo, non fa sorridere l’export dei prodotti sardi. Ma i dazi di Trump non c’entrano nulla. Per capirlo è sufficiente dare un’occhiata alla sbilenca bilancia commerciale dell’Isola: le quasi totalità delle esportazioni riguardano da sempre i prodotti petroliferi della Saras. Per il resto briciole: un po’ di pecorino grattugiato, qualche carciofo e i dolcetti sardi, che il Presidente della Regione, da buon vassallo, regala periodicamente ai rappresentanti del governo in visita a Cagliari. Metodo infallibile per essere ricevuto in casa sua.
La verità, al di là delle chiacchiere sui marchi e sulla tutela dei prodotti, è che in tre anni la Giunta Pigliaru non ha fatto assolutamente nulla per rilanciare le aziende sarde e metterle in condizione di competere sui mercati. Il vero dazio, d’incapacità, si paga in viale Trento, a Cagliari. Ma per i produttori sardi il problema è quel cattivone di Trump. Ripeto: fate ridere.
Francesco Pigliaru invece fa piangere. E’ il presidente di una Regione devastata da un tasso di disoccupazione giovanile che supera il 50%, però non trova una parola per dirne quattro al ministro del calcetto Giuliano Poletti. Ma Pigliaru fa piangere per un altro motivo. Fa piangere perché in tre anni – lui e i partiti che tengono in vita una giunta nata già morta nel 2014 – sul lavoro non hanno fatto altro che brancolare nel buio. Zero idee. Nessun progetto. Assoluta subalternità verso le scelte sciagurate di un governo che ignora la Sardegna. E che con il jobs act ha cancellato i diritti dei lavoratori e istituzionalizzato il precariato e i licenziamenti selvaggi. Per cambiare le cose non basterà un calcetto.
Roberto Casu
(admaioramedia.it)
4 Comments
Mario Malagnini
Una giunta così inutile non si era mai vista! È lo specchio dell,attuale governo nazionale!
Maestro Stefano
Giunta disastrosa!!!!! Dalla scuola alla sanità, per passare ai trasporti e finendo con il lavoro
Giuliano Pusceddu
Condivido con il sg. Malagnini….
Giuseppe
Tanto a loro lo stipendio a fine mese le arriva.che gli e ne frega dei disoccupati sardi.per 5 anni possono stare tranquilli.