Un effetto domino, non solo in termini di spopolamento, ma anche nel depauperamento dei servizi capaci di fare la storia di un’intera isola. Il trenino verde ne è un esempio, essendo bloccato in varie zone e restando un miraggio, nonostante le recenti promesse elettorali.
Il menù delle corse ridotte è vario: Santa Maria-Bosa, Mandas-Sadali, Tempo-Palau, Arbatax-Gairo, Isili-Sorgono. Nell’ultimo percorso, il quadro appare più complesso, con un vettore in garage ormai da mesi e una tratta in totale abbandono. A fare da contorno al già triste spettacolo, la mancata banditura delle gare d’appalto per la messa in sicurezza di due ponti metallici fra Laconi e Meana Sardo. Eppure, si tratta di uno dei percorsi più noti della Sardegna, candidato a diventare patrimonio dell’Unesco, nonché raccontato a fine ‘800 nelle opere di viaggiatori del calibro di David Herbert Lawrence o Gaston Vuillier, ma dai palazzi regionali continua a risuonare l’eterna lode “poche risorse per troppe tratte”, sancendo un destino che pare già scritto.
Se in Ogliastra e in Gallura i territori si armano di coraggio ottenendo (anche grazie all’impegno di alcuni rappresentanti politici) la riapertura della Arbatax-Gairo (a pieno regime con una media di 140 passeggeri giornalieri nell’attuale periodo) e della Tempio-Palau, in Barbagia ci si arrende ad una battaglia sacrosanta. Unici pervenuti, i proclami di alcuni amministratori e dei portatori d’interesse che non gettano la spugna ma, anzi, promettono battaglia, lanciando sul sito change.org una nuova petizione per salvare la Isili-Sorgono. In brevissimo tempo, oltre 2.900 le firme raccolte, a testimonianza di una vertenza sentita da tanti.
“Parliamo del tragitto più compromesso – spiega Alessio Melis, operatore turistico di “Sardegna non solo mare” a Mandas – Per via della nuova normativa in materia di sicurezza ferroviaria, i tempi di percorrenza sono raddoppiati, in quanto il treno non può superare la velocità di 30 km/h e ad ogni passaggio a livello due addetti devono scendere dal mezzo per predisporne il transito in sicurezza. E’ assurdo. I ponti metallici non sono collaudati. L’Arst chiede risorse sufficienti per procedere, ma la Regione chiude ogni spiraglio, sostenendo che non ci sia nemmeno un quattrino nelle sue casse. La situazione è ferma ormai da mesi e nessun intervento ha contribuito a smuoverla. Il territorio non è abbastanza attento al tema e gli ottimi numeri riscossi dal Trenino nei recenti anni pare non abbiamo nessuna rilevanza. Se si continua di questo passo assisteremo alla morte del tracciato con danni per i comprensori zonali. Alberghi, tour operator e cittadini facciano la loro parte esprimendo con forza il loro malcontento. Le firme raccolte in queste ore siano solo l’inizio di un fronte unitario”.
Giorgio Ignazio Onano
(admaioramedia.it)