Con l’arrivo della bella e calda stagione il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, ha iniziato la sua campagna elettorale. In realtà le mosse di avvicinamento all’ottenimento della candidatura alla poltrona da Presidente della Regione iniziarono già alcuni mesi fa, quando il primo cittadino produsse le prime dichiarazioni contrarie all’operato del mai troppo amato Pigliaru, di giorno in giorno sempre più abbandonato, anche a livello mediatico, da tutti i suoi alleati di maggioranza.
Naturalmente il Primo cittadino del Capoluogo, nonché sindaco della Città Metropolitana, non ha alcuna fretta nel dichiarare apertamente il suo desiderio di correre per la Presidenza regionale, piuttosto desidera che sia il centrosinistra, allo sbando e privo di una vera figura trainante, a bussare alla porta di Palazzo Baccaredda per due ordini di fattori: il primo è che al Sindaco risulterebbe difficile motivare la propria posizione dopo che, appena un anno fa, si presentò da favorito (e stravinse) le elezioni amministrative ottenendo il secondo mandato consecutivo; il secondo è dovuto al fatto che Zedda conosce bene le dinamiche fratricide del centrosinistra e che l’esito delle prossime elezioni regionali sarà tutt’altro che scontato vista la grave eredità che Pigliaru lascerà in mano al suo successore.
D’altronde, chi altri se non Massimo Zedda può rappresentare l’ancora di salvezza del centrosinistra in crisi? A soli 40 anni può vantare una più che decennale carriera politica da vero ‘enfant prodige’ della politica: nel 2006 venne eletto consigliere comunale nelle liste dell’Ulivo, nel 2008 venne eletto consigliere regionale di Sel, nel 2011 strappò al centrodestra il Capoluogo e da allora nessuno è riuscito nel compito – neppure l’ex senatore Piergiorgio Massidda – di diminuire la sua influenza nell’area metropolitana. L’identikit, dunque, pare di tutto rispetto per un ruolo tanto complesso e che abbisogna (Pigliaru docet) di una grande esperienza politica alle spalle per non recare danni eccessivi che ricadono sulle spalle di tutti i Sardi.
L’avvicinamento alla candidatura di Zedda si è manifestata negli ultimi mesi in vari modi: dapprima prendendo le distanze e rilasciando dichiarazioni al vetriolo contro la Giunta Pigliaru in merito alla scelta di far risiedere la sede della azienda sanitaria regionale Ats (figlia del riordino delle vecchie Asl) nella città di Sassari, andando a difendere – senza esito alcuno, peraltro – la storica superiorità cagliaricentrica. In seguito, cambiando radicalmente la propria politica nei confronti delle ‘serate’ rumorose, proibendo le chitarre e le pubbliche bevute dopo le ore 22 in quasi tutta la città. In terzo luogo, intervenendo nel dibattito della continuità territoriale verso la penisola malcelando un certo disappunto per la disastrosa situazione lasciata dalla gestione dell’Assessorato dei Trasporti di Massimo Deiana. Altro intervento è quello della fin troppo mediatica ordinanza contro il gioco d’azzardo.
Sono quattro i momenti rilevanti, dunque, della strategia di avvicinamento alla corsa per le regionali: affermando la preminenza di Cagliari, il Sindaco gioca la carta a lui più favorevole che è quella dell’elettorato che meglio lo conosce e al quale diverse amministrazioni di centrosinistra si ispirano; sulla continuità territoriale spende parole importanti per far comprendere ai sardi che il problema andrebbe risolto ma che non vede nella Giunta Pigliaru il soggetto capace di dirimere la difficile situazione; le due ordinanze, invece, mirano ad accattivarsi l’elettorato più anziano (che in Sardegna è la gran parte), sacrificando quella che era la sua precedente visione del divertimento giovanile. Va peraltro precisato che le due ordinanze di cui sopra non vengono fatte rispettare: esistono ma sono una mossa puramente mediatica, il controllo dell’inquinamento acustico è difficile per (pare) carenza di personale della Polizia Municipale, e lo stop alle slot machine situate nei bar di tutto il capoluogo non risulta monitorato in alcuna maniera, tanto che sono tanti i bar che non spengono le macchine negli orari indicati dall’ordinanza.
Un interrogativo sovviene alla mente dopo questa disquisizione: ma se Zedda è così tanto contrario alle politiche della Giunta Pigliaru, come mai continua a sedere (tramite i suoi fedelissimi) nella maggioranza che sostiene il Professore in Consiglio regionale? E, ancora, come mai il Sindaco di Cagliari attualmente sembra non avere partito politico, dopo lo scioglimento di Sel? Forse a Zedda fa comodo così, senza partito può costruire una coalizione di sinistra senza passare per candidato di un ‘partitino’ e potendo facilmente legare la sua sorte a quella del Pd (infatti Renzi stesso nutre profonda stima del primo cittadino, desiderando addirittura che sieda in futuro in Parlamento). I suoi fedelissimi, di contro, non abbandonano la maggioranza di Pigliaru perché non sia lui a far cadere questa Giunta. Affinché non sia Zedda ad autoproclamarsi candidato alla Presidenza regionale, ma sia il centrosinistra a chiedere la sua candidatura.
Tigellio
(admaioramedia.it)