C’è una piccola realtà nella città di Cagliari che manifesta a contrario ad ogni appuntamento del centrodestra: gli autonominatisi antagonisti. Un piccolo schieramento di persone che si battono per i diritti di tutti, tranne che per quelli del popolo che non si riconosce negli ideali utopici della sinistra massimalista.
Possiamo incontrarli un po’ ovunque, considerati i mille volti che assumono nella loro poliedrica attività di soggetti contro a prescindere: quando le Forze armate si riuniscono nelle celebrazioni, sono antimilitaristi; quando si vuole realizzare un’opera infrastrutturale della quale tutti (loro compresi) potranno beneficiare, sono no global; quando si manifesta per la sicurezza o per la legalità, sono antifascisti. È curioso che questi individui, a parte essere un numero esiguo, non vogliano rendersi conto di quanto risultino essere anacronistici: sono gli stessi che da anni occupano abusivamente, con il sostanziale avallo del sindaco Zedda (che non ha mai provveduto ad emettere un’ordinanza di sgombero), l’ex scuola di via Lamarmora ribattezzata “Sa Domu – studentato occupato”. All’interno di questa struttura, i compagni hanno attrezzato una realtà dove la legalità rimane un concetto autogestito, visto che nessuna Autorità può varcare quella porta. All’interno di Sa Domu abitano poche decine di persone che la fanno da padroni: i dormitori sono comuni, così come le cucine, e spesso vengono organizzate feste, aperte anche a chi non dimora abitualmente dentro l’edificio.
Gli abitanti di Sa Domu combattono contro lo Stato e le sue regole, evitando però di sottolineare che i servizi essenziali (acqua e corrente elettrica, ad esempio) vengono pagati dai soldi pubblici. Massimo Zedda ha sempre ignorato il problema, a parte qualche dichiarazione di facciata. Da diversi anni a questa parte in un edificio appartenente al patrimonio del Comune di Cagliari, in pieno centro storico, ha luogo una illegittima occupazione e la Giunta comunale si guarda bene dall’entrare in conflitto con loro. Simpatie politiche a parte, chissà per quanto ancora andrà avanti questa situazione che ha un costo per la cittadinanza non solo in termini economici, ma anche a livello di quiete pubblica, disturbata dalle frequenti feste organizzate in barba ai mille permessi e alla corresponsione della Siae richieste ai cittadini normali. Che la città conosca situazioni di squilibrio è risaputo: basti pensare alla manifestazione in via Roma, con permessi ottenuti in quattro e quattr’otto e il canone Cosap ridotto del 95% per permettere una passerella finale in grande stile alla triste sperimentazione pedonale.
È il momento di sciogliere il nodo dell’occupazione abusiva: i cagliaritani vogliono pari trattamento per tutti, altrimenti si rischia che passi l’idea che se si agisce in barba alle regole si può farla franca. Anzi, che il Comune, in questo caso, avrà un occhio di favore.
Tigellio
(admaioramedia.it)