Qualche settimana fa Massimo Deiana rassegnava le dimissioni da Assessore regionale dei Trasporti. Forse della sua assenza non si sentirà la mancanza, anzi probabilmente qualche malizioso dirà che ora la situazione potrà (forse) tornare alla normalità, o quasi. Ma per ogni persona che esulta c’è sempre qualche altra che, invece, arriva a rompere le proverbiali uova nel paniere: Deiana è ancora una potenziale ‘bomba ad orologeria’ e forse, se fosse possibile, ancora più che in passato. Graziano Delrio, ministro del Governo Gentiloni, dall’alto del suo dicastero delle Infrastrutture e dei Trasporti lo ha scelto quale nuovo presidente dell’Autorità portuale regionale.
Anche questa non è una vera e propria novità, visto che la notizia non è fresca delle ultime ore. Ma forse un po’ troppo taciuta: la presa di posizione forte da parte del suo predecessore ed ora consigliere di minoranza del Consiglio comunale del Capoluogo, Piergiorgio Massidda, che ha subito attivato la richiesta di un parere all’Anac (Autorità nazionale anticorruzione) per la presunta incompatibilità dell’incarico affidato al Professore. Il perché di tale incompatibilità è presto detto: a partire dall’approvazione delle leggi sulla Trasparenza e sulla lotta alla Corruzione, l’Autorità ha il preciso compito di prevenire tutti quei comportamenti che possano ingenerare (solo in via presuntiva, in questo caso, naturalmente) la ‘aladministration’, il malaffare all’interno della Pubblica Amministrazione. Secondo le leggi vigenti vi è incompatibilità nel caso in cui un soggetto abbia ricoperto un incarico pubblico a livello regionale o statale e questi, in virtù del ruolo pregresso, non potrà assumere nei due anni successivi alla cessazione del mandato il ruolo di presidente in un qualsiasi ente denominato “Autorità” perché ciò potrebbe (si rammenta il condizionale, che è del tutto obbligatorio) ingenerare conflitto di interessi e avvantaggiare il soggetto nominato.
In attesa del parere dell’Anac che non tarderà ad arrivare, pare abbastanza chiaro quale sia l’intento della Legge e quali le condizioni. L’ex Assessore ai Trasporti venne nominato alla Presidenza addirittura prima di essere dimissionario dal ruolo nella Giunta Pigliaru e anche il Governo e Delrio stesso dovrebbero (anche qui il condizionale è obbligatorio) saperlo. Ma tutto ciò non può che spingere a domandare: per quale motivo il Governo nomina alla Presidenza di un’Autorità Portuale strategica del Mediterraneo, in netta crescita in tutti questi anni a seguito degli importanti investimenti e le altrettanto importanti innovazioni che sono state apportate, una persona che verosimilmente non potrà stare a lungo nel nuovo ruolo? È possibile che si parli in maniera alacre di Sardegna e di navi solo quando dobbiamo occuparci dei problemi che altre regioni non vogliono o non possono affrontare?
Il Governo nazionale e quello regionale non hanno forse chiaro un concetto: è finito il tempo utile per sperimentare, ora non sarà più possibile sbagliare una mossa. Il Porto di Cagliari rappresenta uno degli snodi del futuro della Sardegna e del grande sogno della realizzazione di una grande Zona franca. Se passeranno ancora anni tra pronunce delle varie Autorità, ricorsi giurisdizionali e carta bollata allora potremo dire addio per sempre al sogno previsto dalla Consulta statutaria di rendere la Sardegna non sovrana ma autonoma. Come lo dovrebbe essere, del resto, chi può movimentare merci in tutto il Mediterraneo.
Tigellio
(admaioramedia.it)
2 Comments
Piero Saba
A fare che ?
Beppe Max
Torra …