Il progetto del mega resort sulla costa tra Capo Malfatano e Tuerredda prevede quattro alberghi, quattro residence, ville, seconde case, con un totale di oltre 2.500 posti letto, spazi per lo svago ed il divertimento, un campo da golf da 18 buche: 189mila metri quadri spalmati su 394 ettari di costa. La Società iniziative turistiche agricole sarde (Sitas, holding sotto l’egida dei gruppi Toti, Benetton e Caltagirone) ha da tempo in programma la propria struttura in uno degli angoli più suggestivi della costa meridionale, senza però fare i conti con le associazioni ambientaliste, che hanno presentato immediati ricorsi contro il progetto. Nello scorso mese di febbraio, la Corte di cassazione ha ritenuto illegittima la procedura seguita per il rilascio delle autorizzazioni, con lo spezzettamento del progetto in cinque comparti, esentati dalla valutazione di impatto ambientale. Una pronuncia che prefigura lo spettro di nuove demolizioni con ulteriori strascichi giudiziari e contenziosi per i risarcimenti.
Perciò, i consiglieri di minoranza Francesca Monni, Alessandro Serafini, Marina Lai e Giacomo Piras (gruppi “Insieme per Teulada” e “Trasparenza e rinnovamento”) hanno sollecitato “un Consiglio comunale straordinario per fare chiarezza sul progetto del mega resort. Siamo convinti che il Consiglio comunale debba decidere il destino del progetto, in grado di dare una spinta decisiva allo sviluppo del territorio. Non vorremmo trovarci di fronte un film già visto con la replica del caso Baia delle Ginestre”.
“Vogliamo vederci chiaro – hanno aggiunto i consiglieri – Il progetto della Sitas è un’opportunità unica per il paese. Le amministrazioni comunali che si sono succedute negli ultimi 25 anni hanno sempre espresso la propria volontà, peraltro unanime, di portare avanti l’investimento tra Tuerredda e Malfatano ritenendolo fondamentale quale garanzia di sopravvivenza di una comunità in grande difficoltà. Ora occorre approfondire la questione in seguito alla sentenza della Corte di Cassazione e alla presentazione di un nuovo progetto per la valutazione di impatto ambientale”. Peraltro, la Sitas ha presentato anche un nuovo progetto per la ripresa dei lavori, perciò Monni, Serafini, Lai e Piras auspicano che “per la valutazione di impatto ambientale in via semplificata, siano presenti tutti gli organi tecnici competenti e le stesse associazioni ambientaliste in modo da fugare qualsiasi dubbio e dar gambe così al progetto dell’albergo indispensabile a dare una boccata d’ossigeno ai diversi disoccupati locali. Lo sviluppo del turismo rimane per il nostro paese l’unica ancora di salvezza”. (red)
(admaioramedia.it)
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