Nei centri della Barbagia e del Mandrolisai è forte il malcontento contro la proposta di ridimensionamento delle rete ospedaliera voluta dall’assessore regionale della sanità Luigi Arru. Se attuata, l’ospedale San Camillo di Sorgono avrebbe un ruolo sempre più marginale, inquadrato come uno stabilimento del San Francesco di Nuoro. Tra i tagli, che sarebbero apportati al presidio, figurano quelli legati allo smantellamento dei reparti di chirurgia, medicina e radiologia ma anche la trasformazione del laboratorio analisi in un semplice centro prelievi.
La situazione della struttura ospedaliera ad oggi non è delle migliori. A fare da cornice al plesso, una carenza di personale, ma anche macchinari e strumentazioni obsoleti. Dopo la chiusura del reparto di neonatologia e i disagi presenti negli altri poli, è sempre più crescente il numero di utenti che si vedono costretti a percorrere numerosi chilometri pur di non rinunciare al diritto alla salute. Intanto, mercoledì scorso, nella direzione sanitaria della Asl nuorese, si è tenuto un incontro tecnico tra i sindaci dei comuni impegnati nella mobilitazione e il commissario straordinario della azienda, Mario Palermo, che ha rassicurato gli amministratori: “Nessun reparto è a rischio chiusura anche se non è apparso chiaro ciò che diventerà il San Camillo”. In attesa dell’incontro con l’assessore Arru, fissato per settembre, i primi cittadini mantengono comunque alta l’allerta promettendo battaglia.
“Viviamo una situazione allarmante dovuta al riordino proposto dalla giunta regionale – spiega Angelo Nocco, sindaco di Meana Sardo nonché presidente della Conferenza dei sindaci del Gennargentu-Mandrolisai – Quella per il diritto alla salute è una battaglia che conduciamo ormai da tempo. Ad aprile, avevamo già presentato alcuni dubbi sulla riforma nell’audizione svoltasi presso la Commissione sanità del Consiglio regionale. Dopo la tornata elettorale, con i nuovi amministratori, il coro di protesta è ripartito. Contestiamo la proposta di ridimensionamento che non tiene conto delle specificità del nostro comprensorio zonale. L’Ospedale San Camillo, smetterebbe di avere uno standard di base legato alla disponibilità di reparti e ricoveri e si tradurrebbe in una struttura da zona disagiata con 20 posti letto per le emergenze e la soppressione di reparti importantissimi. I malati acuti sarebbero costretti a percorrere chilometri e a sostenere costi ingenti per beneficiare di adeguate cure. L’auspicio resta quello che anche le strumentazioni come quelle della Tac possano essere presto sostituite perché inefficienti. Abbiamo ricevuto delle rassicurazioni dal commissario Palermo e vigileremo affinché si trasformino in atti concreti”.
“Ad oggi – prosegue Nocco – stiamo pagando a caro prezzo l’inefficienza delle nostre reti viarie, i tagli alle scuole e ad altri servizi. Non possiamo permetterci altri disagi. La mobilitazione è giusta e doverosa. Anche il mio comune farà la sua parte con un incontro fissato per il 26 agosto. In attesa del vertice con l’Assessore, ci stiamo attivando per richiedere una nuova audizione presso la commissione sanità. A settembre, sarebbe fondamentale organizzare una seduta congiunta di tutti i consigli comunali a Sorgono dove evidenziare i tagli ai servizi nel nostro territorio.”
Anche Alessandro Corona, sindaco di Atzara, non è d’accordo: “La proposta della Giunta regionale è da ritenersi negativa e offensiva al tempo stesso per il nostro territorio. Qualora dovesse essere attuata una riforma del genere i nostri centri sarebbero maggiormente penalizzati. Il ridimensionamento della rete ospedaliera non porterà nessun beneficio ma dei costi più elevati per gli utenti. I tempi per raggiungere l’ospedale più vicino andrebbero a superare l’ora di viaggio, in una zona geografica in cui le strade sono dissestate e i trasporti inefficienti. Ritengo che la mobilitazione sia giusta e sarà fondamentale il contributo di tutti i cittadini, che devono essere maggiormente informati al fine di rendere la nostra battaglia più ampia”.
Gli fa eco Laila Dearca, primo cittadino di Teti: “L’incontro con il commissario Palermo è stato suddiviso in due piani. Si è discusso della situazione attuale e dei problemi di carattere burocratico, ma anche delle ripercussioni che potrebbe avere la riforma. Siamo favorevoli alle riforme qualora garantisca un miglioramento del servizio. Non siamo invece disposti a subire nuovi tagli. Anche il taglio più piccolo contribuisce alla morte del nostro territorio. Chiederemo all’assessore Arru un potenziamento dei servizi, facendo presente il nostro disappunto per i tagli. La riforma è interamente basata su grandi poli di eccellenza come Cagliari e Sassari e getta nel dimenticatoio le zone interne. Nuoro, diverrebbe un ospedale di seconda fascia e Sorgono uno stabilimento dell’ospedale San Francesco. Tutto ciò è inaccettabile. ”
La battaglia proseguirà raggiungendo tutti i comuni della Barbagia e del Mandrolisai: dopo il primo incontro, svoltosi mercoledì a Tiana, le prossime tappe sono a Teti e Desulo il 18 agosto, ad Atzara e Sorgono il 19 ed a Belvì il 20.
Giorgio Ignazio Onano
(admaioramedia.it)
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