Una campagna nazionale di fundraising sociale, “Sporcatevi le mani”, che partendo dall’ascolto delle necessità delle famiglie con autismo e disabilità, coinvolge gruppi di donatori regolari perché sia garantita continuità al progetto, in linea con i bisogni più urgenti di quelle famiglie. Finora più di 1.300 famiglie hanno beneficiato dei progetti, 60 sono i progetti sostenuti, più di 3.700 sono i sostenitori coinvolti attivamente e 14 le regioni interessate.
Il progetto è stato lanciato dall’associazione “I Bambini delle fate”, conosciuta ai più per alcuni servizi nella trasmissione televisiva “Le Iene” che ha raccontato le vicende del fondatore, Franco Antonello (papà di Andrea, ragazzo autistico), che ha deciso di affrontare la malattia del figlio senza arrendersi di fronte anche alle situazioni più complesse, superando ostacoli che potevano sembrare impossibili. L’associazione è un’impresa sociale che, dal 2005, si occupa di comunicazione sociale e di una regolare raccolta fondi per assicurare sostegno economico a progetti e percorsi di inclusione sociale a beneficio di famiglie con autismo e altre disabilità.
Tra le iniziative più conosciute di Franco e Andrea, un viaggio in America a bordo di una moto, durante il quale in Costa Rica hanno conosciuto Jorge, un ragazzo che come Andrea soffre di una grave forma di autismo: non parla, è paralizzato dalla vita in giù e di lui si prendono cura la nonna e uno zio. Da quel viaggio è nata l’idea di scrivere un libro dal titolo “Se ti abbraccio non avere paura” e coi proventi sono state acquistate una casa e una sedia a rotelle per permettere a Jorge di vivere dignitosamente e potersi muovere.
L’associazione “I Bambini delle fate” si avvale di una rete di collaboratori, coinvolge attivamente imprenditori e cittadini perché ”adottino a vicinanza” e accompagnino nel tempo ragazzi con disabilità e non: “Tutti conosciamo la storia di Franco e Andrea, che per un caso fortuito ho incontrato in un bar di Alghero, restando colpita dall’amore che il padre nutre nei confronti del figlio – ha raccontato Laura Piga, responsabile per la Sardegna dell’associazione – Inizialmente ho incontrato tanta diffidenza per attivare l’associazione, poi sono arrivati i volontari. Ma a Cagliari, non essendo sul territorio (abito a Sassari) anche se giro tutta la Sardegna per far conoscere l’associazione e le sue finalità, non ci sono volontari e il progetto stenta a decollare. E’ importante far sapere che si diventa donatori con una spesa di 20 euro al mese, meno di un caffè al giorno”.
Claudia Pilloni
(admaioramedia.it)