Dopo l'intensificarsi degli sbarchi nelle coste sulcitane e la vicenda dei venti immigrati che, in attesa di essere trasferiti in un centro della Penisola per l'espulsione e con l'indisponibilità del Cara di Elmas, chiuso da mesi, sono stati ospitati nei corridoi della caserma della Polizia in viale Buoncammino a Cagliari, i sindacati di Polizia (Sap, Silp Cgil, Ugl, Coisp ed Uil) hanno inviato una lettera congiunta al prefetto di Cagliari, Giuliana Perrotta, al questore di Cagliari, Danilo Gagliardi, al presidente della Regione, Francesco Pigliaru, ed al sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, sul tema dell'immigrazione e degli sbarchi che coinvolgono sopratutto la città di Cagliari. (red)
«Inadeguatezza, disorganizzazione e manifesta volontà di non voler risolvere i problemi si sono fusi creando una situazione che mai avremmo neanche ipotizzato. Nei giorni scorsi, gli sbarchi si sono fatti sempre più numerosi, culminando con l’approdo di quasi 50 stranieri in una sola giornata, ben 120 persone dall’inizio dell’anno contro le 317 registrate durante tutto il 2015. Situazione inaspettata ed ovviamente gestita nel peggiore dei modi. Tutte le Organizzazioni sindacali avevano espresso parere negativo nell’individuazione dell’Hotel 4 mori di Cagliari sia per la posizione, sia per l’evidente difficoltà nell’organizzazione di eventuali vigilanze. Dovendo l’altra notte controllare ben venti persone in attesa di espulsione, si è ritenuto che la struttura non garantisse standard di sicurezza per gli operatori di Polizia addetti al controllo… soluzione? Gli stranieri sono stati fatti sostare nei corridoi della Caserma Carlo Alberto, luogo dove sono presenti la mensa di servizio, il bar ed il punto di ristoro ubicato al piano terra della struttura.
I controlli sanitari, effettuati in una stanza dell’Hotel 4 mori da parte di un medico volontario della Caritas, non hanno potuto escludere patologie anche gravi riscontrabili solo con controlli approfonditi che come sempre non sono avvenuti. Non riteniamo altresì umanamente condivisibile garantire una notte in terra, senza la possibilità di fare una doccia o riposare degnamente a persone già colpite duramente da estenuanti viaggi in condizioni critiche. Una caserma di Polizia, simbolo di democrazia, luogo di sicurezza e rigore, ridotto a dormitorio con giacigli di fortuna ammassati in luogo di passaggio. Non è tollerabile arrivare a tanto. Non lo meritano gli stranieri, non lo meritano gli Italiani, ma soprattutto non lo meritano i poliziotti che vivono la Caserma come una casa. La sensazione diffusa è quella di aver subito una grave violazione per colpa delle inefficienze politiche ed istituzionali chiamate alla gestione dell’immigrazione.
Riteniamo che uno sbarco di 50 persone sia parificato a quelli mediaticamente più importanti, troppo spesso palcoscenici di autorità, che a distanza di mesi sono scomparse, lasciando una disorganizzazione totale che emerge ogni qualvolta il flusso diventa più importante e complesso. Pochi giorni fa si è parlato della creazione di una struttura all’interno del porto per gestire con costanza ed organizzazione in vista della bella stagione di nuovo alle porte. Siamo stanchi di ascoltare fiumi di parole non accompagnate da manovre concrete volte a gestire con ordine e adeguatezza un flusso migratorio che vede le nostre coste tristemente protagoniste. Serve necessariamente l’individuazione urgente di una struttura idonea in termini logistico funzionali, che possa contenere un posto di Polizia d’ausilio, un ufficio attrezzato per il foto-segnalamento, un ufficio sanitario, ampie sale d’attesa con bagni e docce sufficienti a rispondere alle esigenze primarie di chi arriva dopo giorni di navigazione in condizioni precarie sotto ogni aspetto e, non ultimo, previsione di un contingente di uomini e mezzi adeguati alle esigenze operative, ancorché a tempo, per poter effettuare tutte le operazioni necessarie in condizioni di sicurezza operativa.
Non possiamo gestire questa emergenza con gli stessi organici; servono nuovi agenti, servono ufficiali di Polizia giudiziaria, servono forze da impiegare negli uffici più esposti all’emergenza: Polizia Scientifica, Ufficio Immigrazione, Commissariati distaccati che si affacciano sulle coste sud occidentali, Squadra Mobile, Reparto Mobile, Polizia di Frontiera. Non potremmo tollerare nuovamente ciò che è accaduto nei giorni scorsi ed ancor di più i poliziotti di Cagliari che rappresentiamo, non meritano di veder trasformati i propri luoghi di lavoro in centri di prima accoglienza senza alcuna garanzia funzionale sia dal punto di vista igienico sanitario che organizzativo. E’ ora di mettere mano concretamente all’organizzazione legata agli sbarchi per evitare appunto di dover inventarsi soluzioni alternative per sopperire alle mancanze di un’organizzazione latente e fortemente inadeguata. Aspettiamo una giusta e dettagliata risposta entro breve tempo, soprattutto in vista dell’avvento della bella stagione che porterà con se situazioni analoghe e come detto, mai vorremmo si ripetessero condotte come quelle dei giorni scorsi. La replica la pretendono i poliziotti che ogni giorno lavorano per garantire la sicurezza di tutti i cittadini e pertanto pretendono rispetto e considerazione. In caso di silenzio queste Organizzazioni Sindacali sono pronte a manifestazioni eclatanti per denunciare pubblicamente questa ormai grottesca situazione chiaramente sfuggita al controllo di chi invece dovrebbe pianificare e rendere fluido il lavoro altrui».
Agati (Sap), Mereu (Silp Cgil), Congiu (Ugl Polizia), Pilicchi (Coisp), Grandi (Uil Polizia)
(admaioramedia.it)
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vmastrange
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manuerto
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