SICUREZZA, SAP scrive al ministro Madia: “Un anno di illegittimità”. Ma i problemi non sono solo contrattuali

29 Luglio 2016

Il Sap (Sindacato autonomo di Polizia) torna alla carica e scrive al ministro per la Pubblica Amministrazione, Marianna Madia, una lettera che la segreteria provinciale di Cagliari ha consegnato al prefetto Perrotta. La missiva, firmata dal segretario generale, Gianni Tonelli, verte sopratutto sulla questione dei contratti: “Festeggiamo il ‘non compleanno’ del rinnovo dei contratti”, riferendosi all’anniversario della sentenza della Corte costituzionale sull’illegittimità del blocco dei contratti. Oltre a sconfessare la sentenza della Corte, secondo il Sap, il Governo “fa melina prendendo in giro i dipendenti pubblici, primi tra tutti quelli del comparto sicurezza (oltre 300mila). Non si può lesinare sulla sicurezza interna poiché rappresenta il presupposto per lo sviluppo e la crescita di ogni Nazione. Invece, l’Esecutivo si è rifiutato di incontrare i rappresentati delle organizzazioni sindacali del comparto. Nessun Governo, negli ultimi venti anni, aveva rifiutato di farlo”.

Un altro problema, spesso sollevato anche dalla segreteria provinciale cagliaritana, è quello delle dotazioni logistiche, dell’equipaggiamento degli agenti, della formazione: “Perché, gli agenti sono costretti a lavorare in condizioni di estremo disagio: automobili rotte e vecchie, giubbotti anti proiettile scaduti o non idonei alla protezione delle armi ‘pesanti’ quali i kalashnikov”. Inoltre, a Cagliari, negli uffici di Polizia, “la situazione è al collasso – ha evidenziato Luca Agati – La Polizia di Frontiera ha organici ridicoli per la mole di lavoro attuale; la Polizia Postale, fiore all’occhiello della lotta al cybercrimine, si avvia dopo una lunga agonia, ad una morte ormai già scritta; carenze si registrano in tutti gli uffici esposti in maniera diretta alla problematica degli sbarchi, Squadra Mobile, Polizia Scientifica, Reparto Mobile, Ufficio Immigrazione. Per non parlare degli Uffici periferici come Quartu Sant’Elena, Carbonia e Iglesias, realtà dimenticate, con i colleghi pressoché lasciati a loro stessi”. (red)

(admaioramedia.it)