Anche il Sindacato Autonomo di Polizia di Cagliari è schierato al fianco del suo segretario nazionale, Gianni Tonelli, che effettua uno sciopero della fame da 30 giorni, “affinché le istituzioni – ha detto Luca Agati – diano un’inversione di tendenza comprendendo i reali motivi che lo spingono a mettere a serio rischio la propria salute, per tutelare i poliziotti che rappresenta, quasi 20mila uomini e donne in divisa che non lo lasceranno solo proprio in questo momento”.
Oltre alle parole di sostegno, il Sap cagliaritano ha inviato una richiesta di indagine conoscitiva al Presidente e a tutti i componenti della 1^ Commissione Affari costituzionali del Senato e della Camera, perché si occupino dei motivi della protesta: “Mostrare quali sono le reali condizioni dell’apparato della sicurezza debilitato da anni di tagli. Proprio per questo un dirigente sindacale di Roma è stato sospeso e sottoposto a procedimento disciplinare per aver mostrato dei caschi da ordine pubblico marci, giubbotti anti proiettile prossimi alla scadenza ed armamenti vecchi di 40 anni non idonei agli attuali servizi di Polizia. Atteggiamento intimidatorio che mina quelli che sono gli elementi alla base dell’attività sindacale e della libertà di pensiero e dissenso”.
Anche a Cagliari il Sap ha evidenziato i problemi: mostrato giubbotti antiproiettile consegnati come nuovi, ma già scaduti, autovetture di servizio logore con più di 200mila chilometri, vestiario insufficiente ed inappropriato, personale sempre più vecchio con una media che rasenta i 50 anni, pulizie pressoché inesistenti e lezioni di aggiornamento professionale non all’altezza del periodo storico di pericolo collegato alla minaccia terroristica.
“Si parla tanto di terrorismo e mancano munizioni per allenarsi in poligono tanto da spingere i dirigenti a limitare i colpi per poter far sparare tutti – ha aggiunto Agati – L’aeroporto di Elmas ha sforato i 4 milioni di passeggeri in transito ma la Polizia di frontiera ha un organico inferiore al quinquennio scorso; abbiamo le coste invase da profughi ma il Dipartimento non ha mandato nuovi uomini nonostante gli allarmi lanciati E’ inaccettabile. Si continua a voler dare un’immagine di una Polizia moderna, al passo con i tempi, quando invece sopperiamo alle mancanze con iniziative personali visto che mancano fondi per poter intraprendere nuove strategie. E quando un organizzazione sindacale decide apertamente di mostrare quali sono le reali condizioni, si cerca di percuotere i suoi rappresentanti con l’azzardato fare del ‘colpirne uno per educarne cento’. Sia chiaro, i poliziotti cagliaritani non temono ripercussioni perché il senso di verità e giustizia sarà sempre più forte delle dinamiche politiche e di palazzo che poco hanno a che fare con l’essere ‘poliziotti di provincia’. (red)
(admaioramedia.it)
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