lo scorso venerdì 11 dicembre 2015 la Corte costituzionale, con la sentenza n. 261, ha posto fine alla diatriba che si era venuta a creare tra lo Stato e le Regioni in merito al Piano strategico nazionale della portualità, previsto nel decreto cosidetto “Sblocca Italia”. Nello specifico, la Suprema Corte ha dichiarato illegittimo l’articolo 29, comma 1 del decreto-legge 12 settembre 2014, n. 133, convertito dalla legge 11 novembre 2014, n. 164, nella parte in cui non ha previsto che il Piano strategico nazionale della portualità e della logistica fosse adottato in sede di concertazione e di coordinamento con la Conferenza Stato-Regioni. I giudici costituzionali, infatti, hanno evidenziato come la norma in questione sia in conflitto con l’articolo 117 della Costituzione, che prevede la competenza legislativa concorrente tra Stato e Regioni in materia di “porti e aeroporti civili”.
E’ evidente che la pronuncia della Corte costituzionale ha messo un freno al tentativo illegittimo, da parte del Governo Renzi e della sua maggioranza, di trasferire le competenze portuali a livello statale e, di conseguenza, ha dichiarato la fallibilità della tesi governativa secondo la quale la causa della bassa competitività del sistema portuale e logistico nazionale sarebbe imputabile al cosidetto 'municipalismo portuale'. Qualora questo impianto legislativo non dovesse essere modificato radicalmente dal Governo, secondo quanto stabilito dalla Corte costituzionale, la nostra Regione sarebbe tra i territori portuali quello che rischia di subire i maggiori danni, poiché il sistema dell’accorpamento delle Autorità Portuali lascerebbe attiva solo quella di Cagliari. La Sardegna, infatti, più di ogni altro territorio portuale, rischia di subire i maggiori danni da questo accorpamento, giacché si tratta di un territorio completamente delimitato dal mare, dal quale attinge la sua ricchezza economica, e che presenta al nord ed al sud delle peculiarità logistiche ed economiche e delle problematicità molto diverse tra loro.
Per le ragioni espresse in premessa, Le chiedo di impegnarsi nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni affinché i Governatori, alla luce della succitata sentenza della Suprema Corte, possano far fronte comune allo scopo di dar vita ad un nuovo sistema portuale nazionale competitivo e rispettoso delle diverse peculiarità territoriali, in particolare affinchè rimangano in vita le due Autorità portuali della Sardegna, senza le quali l’economia della nostra Isola rischia di subire ingenti perdite economiche ed occupazionali. Una sana competizione non può che rafforzare l’intero territorio regionale, oltretutto con un’auspicata iniziativa in tal senso, anche la popolazione del Nord Sardegna vedrebbe ridursi il persistente depauperamento istituzionale, teso a desertificare ancor più le poche istituzioni oggi presenti
Settimo Nizzi – Deputato di Forza Italia
(admaioramedia.it)
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