Come in un copione già scritto, la manifestazione antimilitarista organizzata da alcune associazioni contro l'operazione Trident, che si sta svolgendo nella base di Teulada, ha vissuto momenti di tensione tra le forze dell'ordine ed i manifestanti, perché alcuni di questi, nonostante la mancata autorizzazione al corteo, hanno anche tentato di entrare nel poligono. Quando le esercitazioni erano già terminate, una decina di loro sarebbe riuscita a superare il confine della base, per poi essere fermati dalla Polizia militare che li ha identificati e rilasciati. Sin dalla mattina, qualche centinaio di manifestanti si era radunato nel punto di raccolta della manifestazione, indicato nel parcheggio davanti alla spiaggia, mentre una dozzina di manifestanti, durante la notte, aveva partecipato ad un presidio davanti alla caserma.
Nel dibattito sulle servitù militari in Sardegna è intervenuto anche Antonio Perra, responsabile regionale della Federazione lavoratori pubblici difesa (Flp): “Sulla base militare di Decimomannu rischia di consumarsi un copione identico all’avamposto di Elmas, con uno smantellamento che provocherebbe un ulteriore beffa per la Sardegna. Sono preoccupato da una situazione che sta diventando una fuga annunciata dei tedeschi dal poligono, con il governo nazionale e regionale che appare essersi dimenticato dell’importanza strategica della piattaforma isolana. La chiusura del polo militare e civile assesterebbe un colpo devastante all’occupazione, perciò sollecitiamo la convocazione di un tavolo politico per discutere al più presto i riflessi negativi della possibile cessazione delle attività”.
Nella base operano oltre 1.200 lavoratori tra militari e civili per oltre 40 milioni di euro di stipendi, con altri 800 dipendenti che ruotano attorno alle ditte esterne che rappresenta un volume d’affari intorno ai 6 milioni di euro: “La Regione dovrebbe battere i pugni sul tavolo per salvaguardare l’occupazione e un importante avamposto strategico in Sardegna – ha aggiunto Perra – Invece assistiamo a manifestazioni contro presunti pericoli derivanti dalle esercitazioni militari, che producono un rilevante indotto economico e sociale per l’Isola”.
Nei giorni scorsi, Edoardo Tocco, consigliere regionale di Forza Italia, aveva fatto visita alla base militare di Decimomannu: “Da questa base non si registra alcuna operazione. Non si è levato in volo nessun aereo per le esercitazioni. Non si comprende, dunque, il motivo delle proteste di associazioni pacifiste, ambientaliste e indipendentiste, preoccupate per le ripercussioni negative sulla Sardegna di eventuali giochi di guerra. Sono inconcepibili le paure di un segmento della società sarda sulle attività militari e civili all’interno della struttura. Si tratta di un presidio da salvaguardare e capisco l’apprensione di militari e civili legata alla possibile fuga dei tedeschi da Decimomannu, che sarebbe un grosso problema per tutta l’area. Dobbiamo mobilitare tutte le forze per scongiurare questo disastro. La Sardegna dovrebbe capitalizzare al massimo la presenza delle basi militari, con impatti sociali ed economici positivi, evitando il rischio che si ripeta quanto avvenuto a La Maddalena, dove l’addio degli americani ha provocato un deserto senza via d’uscita”. (red)
(admaioramedia.it)
22 Comments
Romano
Questi pseudo pacifisti mi sembrano i degni rappresentanti dei sardi bendati che stanno sulla bandiera. Bendati perché non si rendono conto dei disoccupati che avremo in più se chiudono le basi. Ma insieme a questi credo che ci siano sempre i soliti sobillatori delle masse più sciocche a manovrabili, come le tante pecore che pascolano sul nostro territorio. Non hanno niente da fare? Sono i soliti soggetti senza arte nè parte che hanno tempo da perdere? Possibile che per colpa di qualche decina si debba dare loro questo ampio spazio? Non mi si dica che la stampa ha l'obbligo di informare, perchè ci sono tante cose che vengono nascoste dalla stampa sovvenzionata dai soldi pubblici. Per esempio la verità sulla Palestina e su Israele, sulla guerra in Siria, vista solo da parte dell'America, per non parlare di chi ha dato rdine di non evidenziare i fatti criminosi compiuti da extracomunitari, per non irritare più di quanto lo siano i cittadini che ne hanno le tasche piene di tutti quelli liberati dalle galere del mondo, per essere spediti da noi, terra di impuniti.
Alessandro Porcedda
…….è già detto tutto….!
Carlo Locci
Ha ragione qui si stanno portando le persone a credere che è una favola lottare contro le servitù militari ma coloro che organizzano hanno pensato alle alternative per dar da mangiare a quelle famiglie che resteranno senza un sostentamento. Troppo facile fare la lotta quando non si hanno problemi di stipendio mentre coloro che lavorano da civili nelle basi rischiano di ingrossare le fila dei disoccupati a cui a suo tempo si aggiunsero anche i dipendenti della Maddalena.
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