Di fronte al silenzio indifferente del presidente Pigliaru e della sua Giunta regionale sul rischio chiusura della base militare di Decimomannu (entro la fine dell’anno sarà abbandonata dai tedeschi), con pesanti ricadute anche sui lavoratori civili e sull'indotto, quindici consiglieri regionali dell’opposizione di centrodestra – Ignazio Locci, Stefano Tunis, Pietro Pittalis, Alessandra Zedda, Edoardo Tocco, Alberto Randazzo, Ugo Cappellacci, Oscar Cherchi, Antonello Peru e Marco Tedde (Forza Italia), Paolo Truzzu e Gianni Lampis (Fratelli d’Italia), Peppino Pinna, Gianni Tatti e Gianluigi Rubiu (Udc) – hanno deciso di sottoscrivere un documento per chiedere all’Esecutivo regionale di “riconoscere l'importanza strategica dell'Esercito in Sardegna, evitando di farsi trascinare dalle logiche antimilitariste e populiste”.
“La logica antimilitarista e populista del Presidente – hanno scritto i consiglieri – rischia di ripercuotersi sull’economia isolana, visto l’elevato numero di lavoratori in quelle aree e l’indotto che queste generano. Di questo passo si favorisce anche la dismissione del Poligono di Capo Teulada e della base di Capo Frasca, con conseguenze gravissime. Chi guida una Regione ha il dovere di analizzare i fatti nella loro interezza, senza farsi trascinare dall’ondata retorica e demagogica che propugna il ‘No all’Esercito’ a prescindere, non considerando cosa significhi rinunciare alle Forze armate. Importanza dell’Esercito in termini di difesa, considerato un valore irrinunciabile della nostra bandiera, e la rilevanza delle Forze armate in considerazione dell’economia che esse garantiscono all’Isola. Sarebbe il caso di ricordare cosa ha dovuto sopportare la popolazione di La Maddalena con il benservito che il presidente Soru ha consegnato alle forze Usa a suo tempo”.
“Di sicuro, ciò che si ignora maggiormente – hanno aggiunto i consiglieri del centrodestra – è il progetto Siat (Sistema integrato per l’addestramento terrestre). Un progetto in cui rientra il Poligono di Capo Teulada che prevede ingenti investimenti economici capaci di generare a loro volta importanti ricadute nell’intera isola, e non soltanto nelle comunità locali. Si ridurrebbe sensibilmente l’utilizzo del munizionamento reale e si conseguirebbero importanti economie di scala, soprattutto in riferimento alla riduzione della quantità di munizionamento di vario calibro sparato. L’implementazione del progetto Siat presenta inoltre innumerevoli vantaggi e opportunità di sviluppo per le possibili forme di cooperazione/collaborazione con gli enti di ricerca (Sardegna ricerche e Crs4) e gli Istituti universitari di Cagliari e di Sassari che fanno della ricerca tecnologica il loro ‘core business’. Si assisterà allo sviluppo aerospaziale di Perdasdefogu, senza dimenticare che se dovesse partire, ne beneficerebbe anche la Brigata Sassari, con un incremento di 1.000 uomini nell’Isola”.
“La Sardegna – hanno concluso Locci, Tunis, Pittalis, Zedda, Tocco, Randazzo, Cappellacci, Cherchi, Peru, Tedde, Truzzu, Lampis, Pinna, Tatti e Rubiu – potrebbe fare un grosso passo in avanti, senza compromettere la propria Sovranità, la propria Terra e la Libertà di chi vi abita. Il Governatore deve guardare in faccia la realtà, non facendosi trascinare dall’ondata antimilitarista. Abbia il coraggio di alzare la testa imponendo al Governo maggiori garanzie, in termini di rapporto con le comunità locali. Noi non vogliamo assolutamente rinunciare all’Esercito, fondamentale per la sicurezza della nazione”. (red)
(admaioramedia.it)
20 Comments
Hercules Atlantic
tanto per non smentirsi, trattasi di AERONAUTICA MILITARE…….
Patrizia Cabras
strategica per chi ..per gli americani ? ma finiamola ,,la NATO e’ un esercito criminale ..lasciate i NOSTRI MILITARI non quelli stranieri ..vergogna…..
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