L’ennesimo episodio che ha visto protagonisti a Cagliari due parcheggiatori abusivi, stranieri, dovrebbe far riflettere quelle Istituzioni che, invece di continuare a parlare di progetti di integrazione, come primo punto dovrebbero parlare di LEGALITA’. Senza legalità non c’è nessun tipo di integrazione possibile e da tempo si è tollerato fin troppo la situazione dei parcheggiatori abusivi, dei venditori abusivi e persino di chi vendeva le sigarette, regalate dallo Stato, davanti ai tabacchini a prezzo inferiore.
Cagliari è sempre stata una città accogliente e non ci sono mai stati segni di intolleranza ma questo buon animo dei cagliaritani è stato mal interpretato.
Fare il parcheggiatore abusivo non è un lavoro e non può essere considerato tale, nè tantomeno si può affermare che sia meglio fare quello che fare lo spacciatore: sono due comportamenti, sicuramente diversi, ma sempre violano la legge e disturbano il quieto vivere dei cittadini. In ogni parcheggio oramai è una richiesta di denaro, come è intollerabile che nelle vie principali dello shopping si lascino vendere indisturbati vestiario dal marchio contraffatto o davanti ai tabacchini e davanti ai semafori le sigarette a prezzo sottocosto. Non è un problema solo della comunità senegalese, ma a questa comunità si uniscono anche i presunti richiedenti asilo che ogni giorno vengono portati in città dal centro di Elmas. Per quanto riguarda poi i progetti di integrazione mi spiace far notare che sia la Regione Sardegna che i Comuni fanno già tanto e chiedere ulteriori sforzi, in un momento in cui le risorse sono state tagliate per qualunque categoria sociale, è sinceramente ingiusto. Infatti la Regione paga i corsi di lingua italiana e non mancano anche i progetti riguardanti la conoscenza delle leggi sul lavoro e l’imprenditorialità. E non può essere un alibi per nessuno la mancanza di progetti.
Cosa dovrebbero fare i tanti italiani disoccupati? Non ci sono vie di mezzo: non c’è integrazione se non c’è LEGALITA’. Chi non la rispetta va invitato cortesemente a togliere disturbo e andare da qualche altra parte.