Il Nuragus, grazie alla valorizzazione che alcune cantine del Campidano stanno dando al vitigno ed alla Doc, sta uscendo dal silenzio e dalla poca pubblicità riservata ad una delle prime denominazioni di origine controllate riconosciute in Sardegna.
Il nome del vitigno può essere abbinato solo alla Doc Nuragus di Cagliari, mentre è tassativamente vietato abbinarlo alle 15 Igt della Sardegna per il divieto previsto nell’articolo 2 dei 15 disciplinari di produzione. Diversi consumatori trovano il Nuragus di Cagliari ugualmente profumato e gradevole come un Vermentino, ma certi palati lo preferiscono perché gradiscono un vino meno aromatico e più facilmente bevibile. Anche il Riesling, per esempio, molti lo trovano troppo aromatico rispetto allo Chardonnay.
Detto ciò, se un domani il nome del vitigno Nuragus diventerà famoso come il Vermentino potrebbe sollecitare la coltivazione in tante altre zone geografiche, non solo italiane, diventare anche un Igt, cosi come è avvenuto al Vermentino, dopo che la Sardegna lo ha fatto conoscere. Il Cannonau non corre lo stesso rischio perché è stato blindato alle Doc della Sardegna, però sarebbe opportuno che gli interessati al Nuragus di Cagliari ci riflettano e corrano in tempo ai ripari. Già da diverso tempo, ho proposto di modificare la Doc come “Nuragus”, ossia con il nome di una zona amministrativa ben definita, unica ed irripetibile. Nulla osta che sia riservata allo stesso territorio del Nuragus di Cagliari. Il vitigno potrebbe avere un nome diverso o un sinonimo, essere presente per almeno l’85%, oppure prevedere vino ricavato dall’assemblaggio di due o tre vitigni che, in base alle esperienze dei nostri enologi, potrebbero essere anche migliorativi.
Un esempio da seguire potrebbe essere quello dei due Verdicchi marchigiani: Verdicchio dei Castelli di Jesi e Verdicchio di Matelica. Entrambi Doc e Docg. Le Marche, su richiesta dei produttori – non masochisti come i nostri – ha ottenuto la Igt Marche-Verdicchio, senza il timore che la Igt danneggiasse le due Doc e Docg. Recentemente il Consorzio del Verdicchio di Matelica, constatato che la denominazione del Verdicchio dei Castelli di Jesi schiaccia per quantità e per conoscenza sul mercato quella del Verdicchio di Matelica, sta decidendo di modificare la denominazione stessa qualificandola col solo nome del Comune: “Matelica”, senza l’abbinamento diretto con il vitigno. Esiste di recente sul mercato un vino a Docg Verdicchio di Matelica dal nome di fantasia “Matèrga” (vecchio nome dialettale di Matelica) ed in etichetta il nome è riportato in caratteri molto evidenti da mettere in minimo risalto la Docg.
Romano Satolli
(admaioramedia.it)