“E’ assurdo che gli insegnanti sardi debbano essere costretti alla fuga per trovare un posto di lavoro. La Regione trovi il modo per evitare l’ennesimo sopruso verso la nostra Isola e tutelare la specificità”. E’ il commento di Edoardo Tocco, del consigliere regionale di Forza Italia, sulla situazione dei circa 4mila precari della scuola sarda. Infatti, alla vigilia di Ferragosto scadranno i termini per presentare le domande per le assunzioni, con l’indicazione delle province come possibili sedi di destinazione e, secondo Tocco, “per l’universo dei docenti precari si profila il trasferimento nella penisola con le valigie piene di incognite”.
Le parole del sottosegretario dell'Istruzione del Governo Renzi, Gabriele Toccafondi ("Non è possibile per tutti avere il posto sotto casa") in risposta alla lettera alla ministra Giannini dell'assessore della Pubblica istruzione, Claudia Firino, sembra confermare i timori. L'Assessore, oltre ad aver chiesto un incontro urgente, sollecitatava il Ministro di tener conto della condizioni di insularità dei docenti sardi, ed ha preso l'impegno di chiedere la sospensiva del termine del 14 agosto per la presentazione delle domande: "Si configurano situazioni assurde – ha detto la Firino – in cui chi ha sacrificato per decenni la propria vita spostandosi da un capo all'altro della Sardegna rischia adesso di vedersi soppiantato in graduatoria da insegnanti provenienti da altre regioni. Stiamo facendo il possibile per riportare la situazione alla normalità e attendiamo una risposta prestissimo". Sull'ipotesi di impugnare il Ddl, l'Assessore ha chiarito che "servirebbe un mandato politico molto ampio, con il coinvolgimento del Consiglio regionale. Diventa però necessario, prima, considerare che l'impugnazione avrebbe l'effetto di bloccare il provvedimento e non credo che tutti concordino su questa opportunità".
“La buona scuola di Renzi – ha accusato Tocco – ha prodotto questo ricatto per la Sardegna, con gli insegnanti che per sperare in una possibile assunzione sono sottoposti ad una vera e propria costrizione. Per molti il rischio è di ricominciare il percorso formativo. La cosa più assurda è che la Sardegna non si sia opposta a questo disegno che mina le fondamenta del sistema scolastico isolano, visto che potrebbero arrivare nei nostri istituti insegnanti che non hanno nulla da spartire con la cultura e le tradizioni isolane”. (red)
(admaioramedia.it)
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