Alla fine i termini son scaduti ed il presidente Pigliaru ha deciso di non impugnare la legge sulla ‘Buona scuola’ del Governo Renzi: “Non lo abbiamo fatto perché la legge contiene cose buone e non solo criticità”, ha detto per motivare la scelta. L’opposizione aveva chiesto al Governatore di impugnarla davanti alla Corte costituzionale, come le Regioni Veneto (“…marginalizza, anzi cancella il ruolo della Regione, vanificandone quei compiti programmatori e di gestione che la Costituzione le ha affidato, al fine di una attenta e aderente conoscenza del territorio e delle sue esigenze”, si legge nel ricorso) e Puglia (“tutelare la Regione su alcuni aspetti del dimensionamento scolastico e esclusivamente dunque riguardo il contenuto dell’articolo 117 della Costituzione”), ma il termine ultimo per la presentazione del ricorso è scaduto nel fine settimana. Intanto, martedì 22 è in calendario in Consiglio regionale un dibattito sulla scuola sollecitato dal centrodestra.
“La preside Giannini, facente funzioni di Ministro alla distruzione scolastica, con l’avallo di vassalli e valvassini ha sostenuto ieri la tesi che la sua riforma è stata un successo: i comunicati stampa si sono sprecati anche in chiave sarda – ha commentato Mauro Pili, deputato di Unidos – Il messaggio è chiaro: in Sardegna hanno rinunciato solo 2 insegnanti. Il 99% ha accettato l’incarico. Siamo dinanzi a veri e propri delinquenti, gente senza scrupoli, falsari di stato della peggior specie. In Sardegna ci sono 4.000 precari che potevano concorrere alla stabilizzazione: tra vincitori di Concorso e graduatorie ad esaurimento. Per il rischio di lasciare la propria terra oltre 2.300 hanno rinunciato in partenza. Hanno partecipato 1.747. Di cui solo 157 sono stati stabilizzati e due hanno rinunciato. Se la matematica non è un’opinione il risultato è disastroso. Su 4.000 aventi diritto sono stati stabilizzati solo 155, ovvero il 3,8%. Su coloro che hanno presentato domanda solo l’8,9% è stato stabilizzato. Dunque, un imbroglio di Stato”.
Secondo il Coordinamento dei precari in Sardegna i posti disponibili ci sarebbero stati e la prova sarebbero centinaia di supplenze e di cattedre affidate temporaneamente per un anno: “Precarietà assoluta – ha aggiunto Pili – Una riforma fallimentare nel suo principale obiettivo eliminare la precarietà. E quando si sente il Presidente della Regione e i suoi accoliti di partito difendere questa vergogna che ha umiliato il 97% dei precari sardi si capisce che siamo in mano a gente senza scrupoli. Non ci resta che la via giudiziaria, per cancellare questa riforma della distruzione scolastica!”
Intanto, dopo il primo giorno di scuola, la Cgil – Funzione pubblica ha denunciato i ritardi e le incertezze sul futuro di un servizio di assistenza indispensabile e dei 110 educatori che da anni lavorano nelle scuole: “Avvio problematico per gli studenti disabili di tutte le scuole provinciali: la Provincia ha congelato la gara d’appalto per l’affidamento del servizio alle cooperative sociali da cui dipendono gli educatori che hanno il delicato compito di affiancare gli alunni nel percorso verso la piena integrazione e inclusione fra i banchi di scuola. L’affidamento è stato bloccato e la gara congelata perché condizionata alla disponibilità di risorse. La legge prevede il cofinanziamento Regione-Enti locali, ciascuno faccia la propria parte: l’amministrazione provinciale dia priorità a un servizio che non può in nessun caso essere congelato, la Regione trasferisca le risorse previste nella delibera del 5 agosto scorso”. (red)
(admaioramedia.it)
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