Attacchi bipartisan alla proposta di linee guida del Piano di dimensionamento scolastico 2016-17, redatta dall’assessore della Pubblica istruzione, Claudia Firino, che in questi giorni sono all’approvazione delle conferenze provinciali, ma devono ancora ricevere il parere della Commissione competente del Consiglio regionale, che però sul tema non è stata ancora convocata.
Criteri e modalità per la programmazione della rete scolastica in Sardegna hanno ricevuto le critiche ufficiali di dirigenti e consiglieri regionali del Partito dei Sardi, parte integrante della maggioranza di centrosinistra, che in una conferenza stampa hanno promesso battaglia in tutte le sedi: «Se dovesse concretizzarsi la proposta ipotizzata – ha detto il capogruppo Gianfranco Congiu – lo qualificheremo come un atto ostile e contrario alle volontà del popolo sardo e voteremo ‘no’ in Giunta, nelle commissioni consiliari e in Aula».
«Diciamo basta alla riproposizione di modelli e regole che non sono pensati per la realtà sarda, principio che vale per la scuola come per i trasporti e soprattutto per la sanità», ha aggiunto Augusto Cherchi. «La Sardegna è diversa dall’Italia – ha affermato il segretario del Partito, Franciscu Sedda – e abbiamo bisogno di soluzioni mirate per i bisogni dei sardi».
Dai banchi dell’opposizione, il capogruppo dei Riformatori in Consiglio regionale, Attilio Dedoni, paventa che «il Piano rischia di replicare i disastri già visti due anni fa, con chiusure indiscriminate di istituti nei territori più disagiati senza che si presti il minimo ascolto alle esigenze delle comunità. Si va verso la catastrofe sociale, alla faccia dei proclami della giunta Pigliaru sulla lotta allo spopolamento: le politiche dell’esecutivo di centrosinistra in materia di istruzione stanno contribuendo ad aggravare il fenomeno, accelerando l’impoverimento e la desertificazione delle zone interne a tutto vantaggio delle grandi aree urbane».
«Gli unici criteri adottati sono quelli del bravo ragioniere: il Governo ha dettato i parametri, l’Esecutivo si è uniformato senza chiedere alcuna deroga, nonostante le peculiarità della nostra Regione: le difficoltà nei trasporti e l’altissimo tasso di dispersione scolastica che dovremmo fronteggiare – ha sottolineato Dedoni – Il passaggio in Commissione del Piano diventa cruciale per riuscire a intercettare il malcontento delle comunità e a tradurlo in risposte politiche, che accolgano le istanze di chi cerca di tenere in vita quell’enorme fetta di Sardegna destinata altrimenti a scomparire nel giro di qualche decina d’anni».
«La scuola era il primo punto del programma di Pigliaru, ma la Giunta tutta teoria e zero pratica ha fatto flop – ha osservato Ugo Cappellacci, coordinatore regionale di Forza Italia – Hanno approvato un primo piano di dimensionamento che ha chiuso gli istituti nei piccoli centri, hanno rallentato gli interventi di edilizia scolastica solo per spacciarli come propri sotto l’etichetta posticcia di ‘iscola’, si sono appiattiti sulle politiche scellerate del Governo Renzi».
«Un progetto che, anziché contribuire ad assicurare un’offerta formativa varia e di qualità, affossa l’istruzione sarda – ha confermato il collega azzurro, Ignazio Locci – Non possiamo applicare al nostro tessuto sociale le linee guida elaborate per altre zone d’Italia con cui non abbiamo niente in comune. Dobbiamo sforzarci di risolvere i problemi delle aree interne, salvaguardando i presidi scolastici dei piccoli Comuni. Perché non considerare lo strumento delle pluriclassi? In un’ottica di tagli generalizzati, è una delle poche strade percorribili per evitare che si cancellino le scuole dei piccoli centri della Sardegna. Ma possiamo anche ridefinire l’ipotesi di nuovi Istituti globali in ambiti territoriali omogenei, al fine di creare autonomie scolastiche su più livelli di istruzione: strutture proiettate verso il futuro e in grado di programmare nuovi indirizzi di studio”. (red)
(admaioramedia.it)