Arriva a circa 265 milioni di euro di investimento totale il Piano straordinario di edilizia scolastica Iscol@ per il quale erano stati già stanziati circa 150 milioni di euro per migliorare la qualità delle infrastrutture e il livello dell’istruzione nell’isola. La Giunta Pigliaru ha approvato l’aggiornamento del Piano che consentirà la realizzazione di tutti gli interventi dell’Asse II (manutenzione degli edifici e riqualificazione di arredi e attrezzature) programmati dal 2014 al 2017, e ulteriori 18 concorsi di progettazione per nuove scuole (Asse I), arrivando a circa 265 milioni di euro di investimento totale.
“Il programma di interventi su edilizia scolastica è un successo di cui andiamo orgogliosi”, ha detto il presidente Pigliaru presentando il progetto in una affollata conferenza stampa. “Su Iscol@ abbiamo investito moltissimo in termini di idee, energie, professionalità e ben 265 milioni di euro, di cui 89 provenienti dal Patto firmato con il Governo, che siamo certi di aver speso bene. Avere ragazzi che studiano in edifici belli, accoglienti e adatti alla didattica moderna è un tassello fondamentale per dare loro più motivazione, per creare comunità e quindi combattere dispersione scolastica e spopolamento. In particolare le Scuole del nuovo millennio sono la grande occasione perché i Sindaci, che sono stati molto attenti e ricettivi, pensino a se stessi più come territorio che come singolo Comune. Per affrontare i cambiamenti dati da globalizzazione e tecnologia l’istruzione a tutti livelli è un pilastro fondamentale”, ha aggiunto Pigliaru, ricordando i 30 milioni per la ricerca di base anch’essi provenienti dalle risorse del Patto e già programmati dalla Giunta per il triennio 2017-2020.
Secondo l’assessore alla Pubblica Istruzione, Giuseppe Dessena si tratta di un “piano di straordinaria importanza per gli studenti della Sardegna. Continuiamo a puntare sulle scuole per la crescita culturale dei ragazzi, creando luoghi che siano sempre più accoglienti e competitivi per lo svolgimento della didattica – ha detto -. Un esempio su tutti l’investimento di 22milioni sugli arredi scolastici, intervento quanto mai importante per andare oltre il metodo classico della lezione frontale, aprire le aule e realizzare ambienti che favoriscano il dialogo e la ricerca a più livelli. L’investimento di Iscol@ va a incidere anche sull’indotto dell’edilizia, con le ditte che parteciperanno ai lavori. Sono molto soddisfatto del dialogo, e del risultato che questo ha prodotto, tra la Regione e gli enti locali coinvolti – ha concluso Dessena –. Non c’è niente di più bello che dare finanziamenti a un comune per migliorare le proprie scuole, per i giovani, che saranno il futuro di quelle comunità“.
Dal 2014 a dicembre 2016, si legge in una nota informativa della Regione Sardegna – grazie alle azioni di manutenzione straordinaria dell’Asse II, oltre 150 mila studenti sardi frequentano scuole più sicure, accoglienti ed efficienti sul piano energetico (per un totale di 850 edifici). Con uno stanziamento di oltre 109 milioni di euro sono stati portati a termine oltre mille interventi di manutenzione straordinaria. Sono stati aperti 1.174 cantieri che hanno generato 3 mila occupati e prodotto ricadute positive per il settore dell’edilizia. Mediamente ogni cantiere ha realizzato lavori per oltre 93 mila euro (nel 2017 la media è di oltre 150 mila). Inoltre sono stati avviati i primi 15 progetti pilota relativi ai nuovi edifici, le “scuole del nuovo millennio”. In questo contesto sono compresi i 4 progetti che vengono attuati dal Ministero dell’Istruzione nell’ambito del programma “scuole innovative” e la nuova scuola di Olbia realizzata nel quadro degli interventi post-alluvione. L’investimento, che anche in questo caso determina un virtuoso circuito di sviluppo economico e culturale, ammonta a circa 50 milioni (di cui 8,5 milioni cofinanziati dagli enti locali). 40 i comuni coinvolti, per oltre 3 mila studenti.
Non sono di questo avviso i rappresentanti dell’opposizione, secondo cui il Progetto Iscol@ è solo uno spreco di risorse.“Nonostante il cambio dell’assessore alla Pubblica Istruzione, le politiche della Giunta regionale in materia di edilizia scolastica restano invariate e si confermano tra i principali fattori determinanti del processo di spopolamento e desertificazione che investe i piccoli comuni dell’interno”, ha dichiarato il capogruppo dei Riformatori Sardi per l’Europa in Consiglio regionale, Attilio Dedoni. “Proseguire sulla via dell’accentramento delle istituzioni scolastiche significa accelerare quel processo che porterà, nei prossimi decenni, alla scomparsa di decine e decine di piccoli centri in tutta l’Isola – ha aggiunto Dedoni -. Speravamo che ci potesse essere un cambio di rotta in una tra le più nefaste iniziative politiche di questa legislatura, quella che a partire dai vari Piani di dimensionamento scolastico ha portato alla chiusura di decine di istituti in tutta la Sardegna”, ha proseguito Dedoni. “Invece, appare evidente come la soppressione delle scuole nei piccoli comuni sia una chiara volontà del centrosinistra e non un’iniziativa del singolo assessore. Le diciotto ‘scuole del nuovo millennio’ decantate dal presidente Pigliaru sono il frutto di un processo di accentramento che priverà i territori di un presidio fondamentale del vivere civile e si riveleranno un inutile spreco di risorse, delle opere faraoniche che, in molti casi, saranno difficili da raggiungere senza interventi di sistemazione della viabilità locale e senza l’acquisto di quegli scuolabus che la Regione ha promesso a tanti comuni ma che soltanto a pochi di essi è riuscita a fornire. Si sarebbero risparmiate risorse e si sarebbe riusciti finalmente a fare qualcosa di concreto per cercare di invertire il processo di spopolamento se si fosse investito in un progetto finalizzato a riportare le scuole, almeno quelle primarie e secondarie di primo grado, nei paesi”, ha concluso Dedoni “Invece, questo centrosinistra ha deciso di passare alla storia per aver dato il colpo di grazia alla Sardegna dell’interno, ai piccoli comuni, a quei territori di cui ci si ricorda soltanto in campagna elettorale, per sbandierare promesse (come il fantomatico ‘master plan’ per le zone interne) di cui scordarsi alla prima occasione”. (red)
(admaioramedia.com)