Ancora nessuna notizia, dopo il rinvio preelettorale voluto da Renzi, sulla dislocazione del Deposito nazionale delle scorie nucleari, seppure la relazione con le aree considerate idonee ad ospitarlo, contenute nella Carta delle aree potenzialmente idonee (Cnapi), proposta da Sogin (Società gestione impianti nucleari, responsabile per lo Stato dello smantellamento degli impianti nucleari e della gestione e messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi) e poi approvata dall’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), sia già sui tavoli ministeriali e siano passati ormai quasi sei mesi dalla data inizialmente stabilita dal Governo (2 aprile) per la loro pubblicazione. Per i Ministeri dello Sviluppo economico e dell'Ambiente non si prefigura una partita facile, sopratutto se, come si vocifera da tempo, tra i siti considerati idonei c’è anche la Sardegna.
Ipotesi tornata di moda ieri, quando Mauro Pili, deputato di Unidos, ha denunciato come, da fonti da lui considerate “dirette e autorevoli”, ha avuto notizia che, qualche giorno fa, nell’Oristanese si sarebbe svolta una “missione secretata di una decina di componenti nella zona dove sono stati individuati ben due siti potenziali. Quella che poteva essere un’opzione in questi giorni sta diventando sempre più un pericolo per l’Isola. Sia Ispra che Sogin stanno spingendo verso la Sardegna. E la visita della Commissione conferma che si vuole accelerare. In teoria avrebbero dovuto ascoltare qualche amministratore ma il passaggio d’ascolto in Sardegna sarebbe stato saltato. Il fatto che la commissione abbia deciso di visionare i due siti è un fatto di una gravità inaudita proprio perché è evidente che si stanno concentrando le attenzioni sulla Sardegna. E’ altrettanto vero che all’interno della commissione sono emerse alcune posizioni critiche sui due siti oristanesi ma è emerso anche che Sogin e la stessa Ispra stanno caldeggiando tale ipotesi. Tutto questo è un fatto di una gravità inaudita proprio per la sfrontatezza e l’arroganza con la quale si sta muovendo il Governo nonostante la totale contrarietà espressa dalla Sardegna”.
Secondo Pili, della delegazione facevano parte personaggi notissimi nell’ambiente nucleare: tra questi Stefano Leoni, membro della Commissione nazionale per la Via e la Vas, nonché membro della Commissione tecnico-scientifica del Ministero dell’Ambiente; Paolo Bartolomei, in quota Enea dal 2003 al 2006, per conto della Conferenza Stato-Regioni ha fatto parte della commissione di vigilanza sulle misure connesse allo stato di emergenza nucleare; Ennio Fano, responsabile delle politiche ambientali del Gruppo Enel fino al 2007, nel 2008-10 presidente sezione Energia di Confindustria Lazio; Giovanni Marsili, direttore del reparto di Igiene dell’aria del Dipartimento ambiente e connessa prevenzione primaria dell’Istituto superiore di Sanità; Claudio Pescatore, amministratore principale presso l’Agenzia Nucleare (Nea) dell’Organizzazione per la cooperazione e sviluppo economico (Ocse) ove è incaricato dei programmi di gestione delle scorie e di decommissioning; Edo Ronchi, tra il 1996 e il 2000 Ministro dell’Ambiente e da giugno 2013 nominato dal Ministro dell’Ambiente sub-commissario ambientale dell’Ilva di Taranto: "Una compagine che si è mossa con una discrezione assoluta – ha sottolineato il Parlamentare sardo – che a qualsiasi domanda precisa hanno dichiarato di essere vincolata al segreto di stato. Sino ad oggi la commissione Sogin, Ispra, Enea ha lavorato solo sul date base realizzato dagli Stati Uniti e tenuto sotto copertura nel quale si individua in modo esplicito l’unica regione che sarebbe esente da pericoli. Si tratta di un piano scellerato che deve essere respinto senza se e senza ma”.
Da Edo Ronchi, Stefano Leoni e Paolo Bartolomei la risposta è arrivata con una dichiarazione comune: “Mai fatta nessuna visita in Sardegna per siti sul deposito di rifiuti nucleari. L’onorevole Pili è in vena di fantasie, oppure se voleva invitarci in Sardegna, poteva farlo in altro modo. Non abbiamo fatto parte di alcuna delegazione in Sardegna, di cui Pili parla, né per depositi di rifiuti nucleari né per altro e, per quanto ne sappiamo, questa delegazione non c’è mai stata. Non riusciamo a capire perché Pili inventi questa notizia di sana pianta. O forse la delegazione era tanto segreta che nemmeno noi ne siamo stati informati?” (red)
(admaioramedia.it)