Dopo che il pericolo è aleggiato nei corridoi della politica per settimane ed a pochi giorni dalle scelta ministeriale dell’area idonea ad ospitare il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, l'assessore regionale dell’Ambiente, Donatella Spano, ha preso carta e penna (verosimilmente, autorizzata e/o delegata dal presidente Pigliaru) ed ha scritto ai ministri dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, e dello Sviluppo economico, Federica Guidi: “La nostra posizione è decisa e irrevocabile. È impensabile che la Sardegna, già gravemente penalizzata a causa degli oneri eccessivi rappresentati da servitù militari che occupano oltre 35 mila ettari di terreno, con compromissioni di tipo anche ambientale, per la già grave situazione di crisi economica e di difficoltà nei trasporti e per i pericoli legati al trasporto dei materiali radioattivi via mare, possa essere ritenuta sede del deposito. La Sardegna ha già dato fin troppo.”
“L’attuale Giunta regionale – ha proseguito l’Assessore – ha tra i suoi principi basilari la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio ambientale e naturalistico della Sardegna nella sua unicità e specificità, come elemento di crescita e sviluppo dell’economia, di allentamento delle tensioni sociali e di valorizzazione turistica del nostro territorio e ciò non sarebbe compatibile con l’ulteriore gravame di un deposito di scorie radioattive.”
Nei mesi scorsi, sia il deputato di Unidos, Mauro Pili, che Ugo Cappellacci, insieme al gruppo consiliare di Forza Italia, avevano denunciato il pericolo che fosse proprio la Sardegna la ’preferita’ dal Governo nazionale ed avevano chiesto un intervento del presidente Pigliaru, che finora ha scelto di non pronunciarsi ufficialmente, mentre dai banchi della maggioranza di centrosinistra e, recentemente, dai banchi di Montecitorio, per bocca del deputato Marco Meloni, erano arrivati inviti alla prudenza nel lanciare allarmi considerati "privi di qualsiasi fondamento".
Mentre, dal Governo Renzi, proprio il ministro Galletti aveva dribblato le domande dei giornalisti spiegando che “nessuna decisione è stata presa dal Governo e non so dire se fra questi siti di tutta Italia ci sia anche la Sardegna perché nemmeno io ho visto questi documenti”.
“Le letterine non bastano, è assurdo che una questione di vitale importanza per la nostra terra sia demandata ad un assessore. Il presidente Pigliaru apra quel confronto con il Governo promesso mesi fa, pretenda di vedere le carte e contesti in ogni sede, politica e giurisdizionale, qualsiasi atto posto in essere contro i diritti dei sardi, la Costituzione e lo Statuto.” E’ il commento di Ugo Cappellacci, consigliere di Forza Italia, che ha evidenziato la scelta del silenzio proveniente dalle stanze del Governatore. Eppure, un anno fa, il Consiglio regionale approvò all’unanimità un ordine del giorno che impegnava il Presidente a respingere la possibilità che la Sardegna fosse inserita tra le aree idonee ad ospitare il deposito delle scorie radioattive, in perfetta sintonia con l'esito referendario del 15 e 16 maggio 2011, contrario a qualsiasi scelta nucleare.
“Ora non ci sono più scuse – ha aggiunto Cappellacci – per rimanere in silenzio perché, secondo quanto riferisce il Corriere della Sera, i documenti sono stati trasmessi al ministero già dal 12 marzo. Pigliaru non abbia timore di contestare Renzi, perché oltre il 97% dei sardi ha detto ‘no’ alle scorie radioattive e non può essere certo un premier eletto da nessuno a calpestare la volontà di un popolo espressa democraticamente”. (fm)
(admaioramedia.it)