In tanti l’avevano previsto, Matteo Renzi questa volta, a poco più di un mese da importanti elezioni amministrative, rinuncia ad un annuncio. Perciò, non è stata pubblicata, come era previsto ieri 2 aprile, la Carta delle aree potenzialmente idonee (Cnapi) ad ospitare il Deposito Nazionale delle scorie nucleari, proposta dalla Sogin (Società gestione impianti nucleari, responsabile per lo Stato dello smantellamento degli impianti nucleari e della gestione e messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi) e poi approvata dall’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale).
I ministri dello Sviluppo economico e dell'Ambiente hanno dribblato l’argomento scottante con una nota congiunta: “Non è stata scelta ancora alcuna area per il deposito delle scorie nucleari. La procedura per definire il luogo che dovrà ospitarlo segue fin dal suo avvio un iter trasparente e aperto al massimo coinvolgimento di cittadini e istituzioni locali”. E prudentemente non hanno indicato un’altra data per la pubblicazione: "Sono in corso le valutazioni tecniche dei ministeri competenti”, hanno aggiunto, indicando che le aree sono alcune decine, dislocate in varie regioni italiane. Voci insistenti dicono che sarebbero circa 90 siti, dislocati in una dozzina di regioni, escluse per ragioni sismiche Umbria, Marche, Emilia Romagna ed Abruzzo.
Poi, un vago accenno al lungo iter da seguire: “Il testo verrà trasmesso nuovamente a Sogin, che lo renderà pubblico nel tempo necessario ad adeguarlo alle prescrizioni dei dicasteri. Seguirà una fase di consultazione pubblica della durata di quattro mesi, cui prenderanno parte le regioni e gli enti locali interessati, i rappresentanti dei cittadini e la comunità scientifica". Insomma, se ne riparla dopo l’estate quando in autunno ci sarà il seminario nazionale indetto da Sogin e la conseguente predisposizione della Carta delle aree idonee (Cnai), dove la rosa sarà ristretta “tra quelle che, rispondendo ai criteri tecnici previsti, avranno proposto la loro candidatura". Quindi, ancora "novanta giorni al Ministero dello Sviluppo per l'approvazione finale dell'area di destinazione dei rifiuti nucleari, che avverrà di concerto con il ministero dell'Ambiente e acquisito il parere dell'Ispra".
Insomma, una vera e propria autocandidatura ad ospitare il Deposito dei rifiuti nucleari, ma, immaginando che non ci sarà la fila per proporsi, “nel caso in cui non si dovesse registrare il necessario consenso su un luogo verrà istituito un Comitato interministeriale che, nel rispetto delle osservazioni tecniche e del confronto con le realtà territoriali, sarà chiamato a individuare la zona idonea."
Infatti è impossibile sottrarsi, perchè, come ha spiegato Roberto Mezzanotte, ex direttore del dipartimento nucleare dell'Ispra, “il deposito nazionale è un'opera indispensabile che dovrà essere disposta in tempi rapidi sia perché è necessario mettere in sicurezza questi rifiuti, sia perché abbiamo dei rifiuti radioattivi in Francia e in Inghilterra che devono rientrare in Italia per un obbligo internazionale entro il 2025. Può sembrare un tempo lungo ma non lo è visto che dopo 5 anni dal decreto legislativo che ha sancito definitivamente la necessità di realizzare l'opera, siamo ad una fase poco più che iniziale.”
Soddisfazione e fiducia da parte dell’assessore dell’Ambiente, Donatella Spano, che pochi giorni fa aveva inviato una lettera ai ministri: “Coinvolgimento dei territori e trasparenza sono passaggi irrinunciabili, in un iter delicato come quello per l’ubicazione del Deposito nazionale, come affermano i Ministri che si impegnano a garantire la partecipazione delle comunità locali. La Regione ha dimostrato in tutti i modi e in tutte le sedi la sua indisponibilità ad ospitare il sito e continuerà a farlo, per le ragioni più volte espresse, che vanno dall’esigenza di riequilibrare le servitù che già sopporta a quelle legate allo sviluppo economico.”
Delusione e sfiducia, invece, nelle fila di Forza Italia che aveva lanciato l’allarme con una conferenza stampa in Consiglio regionale: “Aspettavamo una comunicazione ufficiale del presidente Renzi che escludesse categoricamente la Sardegna dalle possibili destinazioni del deposito di scorie nucleari e non un comunicato stampa balbettante in cui si apprende di un rinvio di qualche mese per puro calcolo elettorale nonché la conferma che l'ultima decisione sarà calata dall'alto – ha commentato il capogruppo regionale, Pietro Pittalis – Per questo deve restare alta l'attenzione per contrastare i disegni irresponsabili di chi pensa di blandire l'opinione pubblica e poi rifilare all'Isola ogni carico scomodo.”
“Le dichiarazioni dei ministeri confermano, non smentiscono, che, dopo una fase di cosiddetta partecipazione, totalmente irrilevante, la decisione su dove ubicare il deposito delle scorie nucleari sarà calata dall’alto ad opera di un comitato interministeriale – ha aggiunto il collega azzurro Ugo Cappellacci – Un’ulteriore conferma è rappresentata da un rinvio, dovuto unicamente a ragioni elettorali, che non solo prova che si intende decidere unilateralmente, ma il Governo intende farlo in maniera vigliacca, scavalcando il periodo delle votazioni per evitare conseguenze in termini di consensi. Qualsiasi atto in contrasto con il nostro ordinamento sarebbe illegittimo oltre che antidemocratico. Lo ribadiamo ai peggiori sordi, che fanno finta di non sentire: nessuno osi sfidare la volontà di un popolo espressa democraticamente”.
Fabio Meloni
(admaioramedia.it)