Non passa giorno che gli esponenti politici, di vario livello, rilascino dichiarazioni sulle possibilità di ri-utilizzo del vecchio Ospedale Marino, che invece giace sulla spiaggia dei cagliaritani come una ferita aperta, simbolo dell’ignavia e della lentezza che troppo spesso caratterizza l’agire della macchina pubblica.
La sensazione è che chi ha il compito di occuparsi di questo bene preferisca sognare ad occhi aperti, piuttosto che tentare di porre fine a questa vicenda, anche perchè – dopo la sentenza del Tar di qualche giorno fa – le chiacchiere 'stanno a zero': infatti i giudici amministrativi hanno intimato alla Regione di concludere il procedimento amministrativo conseguente all’aggiudicazione definitiva del 'rudere' alla Prosperius per farne un centro di alta riabilitazione, procedendo poi al relativo accreditamento sanitario (ritenuto implicito nel progetto). Inutile ricordare che gli oneri di tale accreditamento ricadranno inevitabilmente sul già derelitto bilancio regionale e che nel periodo trascorso dalla data messa a bando del vecchio Marino a quella odierna è cambiato il mondo: la scelta di un presidio sanitario (a mio avviso comunque sbagliata) dell’epoca era 'giustificata' dalla prossimità col 'nuovo' Marino (che invece presto verrá trasferito); nuove (ed ingiustificate) spese sanitarie cozzano perfino contro i principi costituzionali del fiscal compact; ma soprattutto la città di Cagliari si è finalmente scoperta cittá turistica anche grazie alla scoperta del 'gioiello' di un Poetto finalmente ristrutturato e pedonalizzato. Quindi, se l’amministrazione regionale è in grado di trasfondere queste argomentazioni in un atto amministrativo di revoca di aggiudicazione del bando, vi proceda con tempestività. Altrimenti si taccia e si dia subito il via libera al centro di riabilitazione.
Una soluzione (anche per i costi del possibile indennizzo da versare alla Prosperius) la propongo pubblicamente: con la revoca dell’aggiudicazione, si metta subito a bando l’affidamento per 70 anni non solo del 'vecchio', ma di entrambi gli Ospedali Marini (per evitare che anche il 'nuovo', una volta chiuso, divenga 'monumento all’incuria') per la realizzazione di quel grande sistema alberghiero sul mare che a Cagliari manca 'come il pane' e potrebbe diventare volano unico di attrazione nel contesto (unico tra le città in Europa) ambientale e sportivo del poetto, del parco di Molentargius e dell’ippodromo. E sono sicuro sia che l’importo dei canoni da riscuotere sarebbero superiori a quello dell’eventuale risarcimento da versare all’impresa aggiudicataria del vecchio bando, sia che le generazioni future 'incoroneranno' l’autore di tale scelta coraggiosa come l’eroe dello sviluppo economico della nuova cittá metropolitana di Cagliari.
Giovanni Dore – Consigliere comunale di Cagliari
12 Comments
Romano
Pur non condividendo la linea politica di sinistra dell'amico Giovanni, condivido però la sua proposta, perchè credo che il Poetto sia l'unica spiaggia al mondo priva di alberghi degni di questo nome direttamente sul Golfo degli angeli. Quindi trasformare i due ospedali marini in due prestigiosi hotel, sarebbe una soluzione ottima, soprattutto per migliorare la vocazione turistica della città di Cagliari, ancora in embrione, sia dal lato commerciale che dal lato turistico vero e proprio. Quindi ben venga la concessione pluriennale ai privati, togliendo l'iniziativa alla burocrazia regionale, sempre succube delle ciarle dei politici di turno.
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