Nei giorni scorsi un gruppo di operatori del servizio 118 è stato malmenato da un paziente psichiatrico fuori controllo all’interno della comunità protetta “I Mandorli”, a Rizzeddu, ex sede dell’ospedale psichiatrico di Sassari. L’ennesimo episodio di aggressione violenta pone ancora una volta il problema della sicurezza dei volontari, causato, sostiene la Federazione Sindacati Autonomi sassarese, dall’inadeguatezza dei protocolli di intervento predisposti dalla Azienda per la tutela della salute.
“I protocolli di intervento in questi casi si stano rivelando sempre di più inadeguati”, spiega indignata la segretaria territoriale dell’FSI-USAE, Mariangela Campus. “Al ripetersi di episodi simili alla ATS fanno orecchie da mercante, eppure sono loro che dovrebbero immediatamente rafforzare le procedure. La situazione sta diventando insostenibile, ma noi vigileremo e denunceremo in ogni sede le inefficienze che mettono in pericolo sia personale che lavora in prima linea, sia l’incolumità degli stessi pazienti”.
L’episodio segnalato dal sindacato sassarese, di cui si è avuta notizia solo oggi, era avvenuto lo scorso 21 aprile quando un’auto medica del 118 era stata inviata presso la comunità protetta per un intervento su un ospite molto violento che già in precedenza aveva tentato di picchiare il personale in servizio. “Alla centrale – spiega Campus – era stato anche sollecitato l’invio delle forze dell’ordine data la situazione poco equilibrata, ma mentre il personale del 118 stava prestando i primi soccorsi l’individuo ha improvvisamente sferrato una serie di pugni fratturando le ossa nasali al medico della squadra di soccorso”.
“Dove sono i medici della struttura psichiatrica?, si chiede la segretaria dell’FSI-USAE -.Possibile che ogni volta debba intervenire il servizio territoriale di emergenza? Perché su un paziente psichiatrico, noto e violento, non sono state inviate prima o, almeno contemporaneamente, le forze dell’ordine dato che il personale 118 da solo non ha la possibilità di contrastare e contenere individui a rischio? Crediamo che alla base vi sia carenza nei protocolli operativi congiunti di intervento tra il 118 e le forze dell’ordine e solo colmando tali carenze procedurali si garantirebbe maggiore sicurezza e serenità nell’esercizio professionale a chi tutela i diritti fondamentali dei cittadini”.
Nell’esprimere la propria solidarietà ai lavoratori coinvolti nell’aggressione la FSI-USAE ha assicurato che continuerà a vigilare su queste situazioni critiche molte delle quali non arrivano alla cronaca: “Chiediamo agli enti di competenza – conclude Campus – che si adottino delle forti misure per evitare in futuro episodi simili. Da parte nostra faremo il possibile per portare all’attenzione dell’opinione pubblica tutto quello che accade e denunceremo ogni cosa nelle sedi competenti affinché chi deve intervenire finalmente lo faccia”. (red)
(admaioramedia.it)