Dal 2009 consentivano ad alcuni cittadini extracomunitari di ottenere la regolarizzazione con false assunzioni e false dichiarazioni di rapporto di lavoro alla Direzione provinciale del Lavoro. Dopo oltre due anni di indagini, la Squadra mobile di Sassari ha smantellato l’organizzazione criminale, nella quale erano coinvolti, a vario titolo, 22 persone, tra stranieri, da tempo radicati nel sassarese, ed alcuni cittadini sassaresi, che sono stati denunciati per l’ingresso illegale di cittadini stranieri nel territorio dello Stato. Questi ottenevano il pagamento di una ‘tangente’ dagli immigrati con la promessa di assunzione da parte di falsi e consenzienti datori di lavoro che, grazie alla loro situazione di invalidità, potevano ottenere agevolazioni in caso di assunzione di badanti o collaboratori domestici stranieri. Poi, questi ultimi, coi contratti di lavoro stipulati, regolarizzavano la loro posizione nel territorio italiano, grazie alla normativa sull’emersione.
Le indagini erano cominciate dopo la denuncia, presentata in Questura nei primi mesi del 2013, di una coppia di coniugi, che avevano dichiarato di essere stati raggirati da un cittadino senegalese, presentato loro da un conoscente sassarese, con la proposta di un’assunzione, dichiaratamente fittizia, di alcuni cittadini extracomunitari. I coniugi, in condizione di invalidità, li avrebbero potuto contrattualizzare come badanti o collaboratori domestici, producendo, a vantaggio dei coniugi, un rimborso spese sotto forma di sussidio della durata di un anno ed i versamenti previdenziali Inps e le spese per la pratica sarebbero stati interamente a carico del cittadino senegalese che li aveva contattati. Invece, proprio perché l’Inps aveva iniziato a sollecitare i pagamenti, mai pervenuti, relativi ai rapporti di lavoro, i coniugi si erano lamentati col mediatore senegalese, che li aveva minacciati di ritorsione se non avessero avvallato la posizione lavorativa dei loro ‘dipendenti’ davanti al personale della Direzione provinciale del Lavoro. Sistema che consentiva di avviare la pratica di assunzione nonché di emersione dei lavoratori stranieri, successivamente suggellata dall’Ufficio Immigrazione della Questura.
Gli investigatori hanno accertato che i due non erano stati inconsapevolmente raggirati, bensì, a conoscenza dell’organizzazione delinquenziale, si erano decisi a sporgere denuncia solo perché l’Inps aveva cominciato a far pervenire numerose ingiunzioni di pagamento dei contributi previdenziali dei cittadini extracomunitari coi quali avevano stipulato falsi contratti di lavoro. In alcuni casi, per regolarizzare i lavoratori stranieri, erano state falsificate anche le attestazioni di viaggio o i certificati medici, relativi alla presenza degli stessi in territorio italiano, documentazione necessaria a dimostrare la presenza del cittadino extracomunitario in data antecedente al 2011, così come dettato dalla Legge sull’emersione.
Mentre si delineavano i contorni dell’organizzazione, veniva alla luce che erano coinvolte molte persone con tre principali diramazioni, differenziate dalla nazionalità degli extracomunitari da ‘assumere’: senegalese, indiana/bengalese e pakistana. Come procacciatore di lavoratori da assumere c’era il cittadino senegalese che, tramite conoscenti locali, di volta in volta individuati a seconda del canale straniero da percorrere, contattava le persone che rientravano nella situazione certificata di invalidità, le convinceva ad assumere cittadini extracomunitari arrivati in Italia clandestinamente, ai quali spesso procurava o falsificava, a pagamento, documenti di viaggio e certificati medici che ne attestassero la presenza in Italia nelle date previste dalla norma che consente la ‘sanatoria’ se il cittadino straniero dimostra di aver lavorato da almeno tre mesi prima dell’inoltro della domanda di emersione. Questi ‘regolarizzati’ dovevano pagare tra i 1.800 ed i 4.000 euro per tutto l’iter dell’operazione, anche se la promessa spesso era mantenuta. (red)
(admaioramedia.it)