Non accennano a diminuire le proteste degli immigrati inviati in Sardegna. Dopo i casi di Cagliari e Carbonia, oggi è stato il turno di Sassari, dove 116 immigrati si sono opposti al trasferimento, deciso dalla Prefettura, dal Centro di accoglienza di Santa Maria La Palma, ad Alghero, all'agriturismo "Monte Allegru", nelle campagne di Palmadula, frazione di Sassari. Gli 'ospiti' non sono scesi dal pullman che li aveva trasportati, considerando il luogo troppo isolato e lontano dai centri abitati. Per migliorare l'accoglienza, nellla struttura erano stati sistemati alcuni televisori ed installata una linea wifi per consentirgli di comunicare coi Paesi di provenienza.
«Il trasferimento dei migranti da Santa Maria La Palma era programmato in quanto il convitto della scuola di Agraria presentava alcuni problemi – ha spiegato il sindaco di Sassari, Nicola Sanna, durante il sopralluogo nella struttura – L'Amministrazione comunale inizierà con mettere a disposizione dei bagni chimici supplementari. Occorrono ancora alcune coperte perché le temperature notturne sono un po’ rigide. Chiedo quindi ai sassaresi un piccolo contributo di solidarietà, mettendo a disposizione indumenti, intimi ed estivi, da consegnare anche attraverso le associazioni di volontariato». Anche se, in realtà, la protesta degli immigrati non è sulle condizioni della struttura, ma sulla sua dislocazione.
Comunque, il sindaco Sanna si è dimostrato preoccupato per il progressivo aumentare degli arrivi: «Non siamo in grado di ospitare nuovi flussi migratori, considerando anche la situazione economica non fiorente. Occorre che i governi regionale e nazionale programmino la gestione del dopo emergenza, convochino i sindaci che ospitano i migranti e, assieme alle autorità dello Stato, si organizzino gli interventi».
Per il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Paolo Truzzu, «chi non accetta l’assistenza deve essere immediatamente rimpatriato. Basta pretese ingiustificate da parte degli immigrati ospitati nell’Isola. Scapperebbero da guerra e fame, ma rifiutano di essere sistemati in un agriturismo di Palmadula, perché, a loro dire, troppo distante dai centri abitati. È ora di chiarire una volta per tutte se queste persone siano dei disperati che fuggono da contesti di difficoltà estrema e necessitano quindi di asilo o sono degli ospiti con pretese da villeggianti, che rifiutano ciò che non è garantito a nessun Sardo indigente».
«Prima che la situazione sfoci in disordini gravi di ordine pubblico, si pensi a una soluzione decisa e si tenga in Sardegna solo chi veramente apprezza lo sforzo che autorità e volontari stanno facendo per garantire loro una permanenza dignitosa», ha concluso Truzzu. (red)
(admaioramedia.it)