Nel mese di luglio 2015, due malviventi a bordo di una moto, col volto completamente travisato dai caschi da motociclista, raggiunta la gioielleria Puggioni in via Turritana a Sassari, si dividevano: il conducente aspettava all’esterno alla guida col motore acceso, mentre l’altro entrava nella gioielleria con una sacca sportiva, dalla quale, all’interno del negozio, estraeva una pistola che puntava contro le due titolari ed intimava loro di consegnargli i preziosi. Ma non ottenendo collaborazione, il rapinatore rovistava nei cassetti e portava via numerosi oggetti dalle vetrine.
Pero’, approfittando di un momento di distrazione del rapinatore, una delle titolari gli saltava addosso ingaggiando una colluttazione e riuscendo a fargli cadere di mano la pistola. L’uomo all’esterno, accortosi della lotta, urlava e suonava ripetutamente il clacson, incitando il complice a fuggire. In questo modo veniva attirata l’attenzione di un vicino che, intuendo cosa stesse accadendo, senza esitazione, interveniva e con uno spintore disarcionava il motociclista che, nonostante la caduta violenta al suolo, riusciva a rialzarsi ed a fuggire nelle strade del centro storico cittadino. L’altro rapinatore, uscito dalla gioielleria, cercava intanto di recuperare la moto, ma veniva affrontato dal coraggioso cittadino che gli strappava il casco e lo colpiva più volte. L’uomo, comunque, si divincolava e riusciva a scappare.
Dopo le indagini, grazie anche alla testimonianza di un ciclista che aveva seguito i due durante la fuga fino all’abitazione nella quale si erano rifugiati, gli investigatori sono arrivati all’identificazione dei due (un 40enne ed un 48enne), oltre ad un terzo complice che gli aveva fornito il supporto logistico nella sua abitazione. Quest’ultimo nel frattempo e’ deceduto per cause naturali, percio’ non si è proceduto penalmente.
Sulla scena del crimine, durante il sopralluogo dopo la rapina, erano state repertate tracce di sangue ed impronte digitali prese sulla moto abbandonata dai rapinatori, che avevano portato gli inquirenti al 40enne, che, interrogato in Questura, aveva ammesso in modo parziale le sue responsabilità. Il complice, proprio mentre l-altro veniva interrogato dagli investigatori, aspettava all’esterno della Questura con una vistosa ingessatura al braccio, ignaro di essere osservato mentre attendeva l’amico. Accertato, inoltre, che quest’ultimo il giorno della rapina non si era presentato, alla stessa ora, negli uffici come previsto da un provvedimento dell’Autorità giudiziaria, i sospetti sono ricaduti su di lui, nonostante raccontasse di aver avuto un incidente stradale, fornendo un racconto contrastante con quanto dichiarato alla compagnia assicurativa.
Una terza persona, un 34enne denunciato per favoreggiamento, avrebbe, dietro compenso, fornito un alibi sicuro all’uomo che era alla guida della moto, aiutandolo nella simulazione dell’incidente e dichiarando che le lesioni fossero dovute all’incidente, mai avvenuto: si trattava delle ferite subite durante la rapina. I due sono stati denunciati anche per truffa ai danni dell’assicurazione. (red)
(admaioramedia.it)