“La stagione oramai è seriamente compromessa. Siamo a fine ottobre e non ha fatto neanche una goccia d’acqua. Ai tanti problemi che già colpiscono il settore: i prezzi del latte che non vanno bene, il bestiame deve mangiare, non può morire di fame, ma anche se piovesse da novembre l’erba non crescerebbe perché il suolo si sfredda. Siamo nelle mani di Dio. Un giovane che affronta questo mestiere però si ritrova a domandarsi “ma chi me lo fa fare?”, è davvero difficile”.
Parole drammatiche quelle di Luca Melis, allevatore di Villaputzu, uguali a quelle di tanti operatori agricolo-pastorali del Sarrabus che si trovano davanti all’emergenza siccità che oramai sembra più una routine. Non una situazione improvvisa ma un’assenza di pioggia che va avanti da troppi mesi.
Dell’emergenza in corso nel Sarrabus come in altre parti della Sardegna riferisce il quotidiano online Il Sarrabus.News
Quest’anno neanche la tradizione dell’acqua per le feste di ottobre si è ripetuta: “Speravamo in Santa Vittoria che di solito porta l’acqua ma niente, anche lei si è dimenticata di noi”, dice sconsolato Luca.
Come si evince dai documenti stilati dalla Regione Sardegna, i danni a carico dei pascoli e delle produzioni foraggere delle aziende ovicaprine hanno intensità variabili dal 50 al 70 per cento.
Aggiunge Luca Melis: “C’è di buono che dalla nostra parte c’è sempre stato il supporto dell’amministrazione comunale. Il comune di Villaputzu è stato il primo a chiedere gli aiuti alla Regione. E adesso pare che proprio la Regione ci venga incontro con un rimborso di 13 euro per ogni capo ovino e caprino. Vediamo un po’ come funziona, di solito anche per gli aiuti ci si perde in una fila di carte e burocrazia. Anche perché in crisi non ci sono solamente gli allevatori di ovicaprini, forse influiscono anche i problemi relativi al prezzo del latte”.
E continua: “Sono una serie di problemi che alla lunga si sommano. Avevamo le scorte di fieno e sono finite perché abbiamo dovuto usarle in estate e adesso ci ritroviamo punto e a capo. E bisogna tenere sempre alta l’attenzione, adesso siamo disperati, poi magari piove, ci rimettiamo in carreggiata e ci dimentichiamo di nuovo dei problemi di questo settore”
Nonostante il periodo difficoltoso non manca l’ironia nelle parole di Luca: “Non so nemmeno che dire, sono evaporati anche i pensieri. Purtroppo la danza della pioggia non la possiamo fare, se servisse faremmo anche quella”. E conclude, a proposito del 2017: “E’ un anno da dimenticare. Eppure sarà indimenticabile, anche se non per fattori positivi”.
Intanto, a pochi giorni al termine di ottobre, anche San Narciso è passato senza portare l’acqua.
Sara L. Canu