Con quella annunciata dal presidente della commissione Bilancio del Consiglio regionale Franco Sabatini, condivisa con qualche distinguo dall’assessore della Programmazione Raffaele Paci, le vertenze entrate aperte dalla Regione nei confronti dello Stato arriveranno a tre in circa 10 anni.
Abbastanza per fare un bilancio. La prima, firmata da Soru e Prodi, è andata malissimo. La Sardegna ha accettato un condono tombale su quanto dovutole dallo Stato in cambio del trasferimento a Cagliari delle risorse riguardanti sanità, trasporto pubblico locale e continuità territoriale. Tre voci di spesa pubblica in continua crescita che, infatti, rischiano dopo 10 anni di far saltare i conti della Regione: la sanità è in pieno di rientro con un deficit di oltre 300 milioni; il trasporto pubblico locale avrebbe bisogno almeno di investimenti per 1 miliardo nella rete ferroviaria (che non ci saranno mai) per far correre i cosiddetti treni ‘veloci’; la continuità territoriale sarebbe di fatto defunta se lo Stato non ci avesse messo altri 120 milioni in quattro anni (che comunque non basteranno per una continuità ‘vera’). Quella fase storica prevedeva poi, sempre nella mente di Soru, le famose “tasse sul lusso” sulle quali è calata la mannaia dei tribunali di ogni ordine e grado.
La seconda, siglata da Pigliaru e Renzi, è stata chiusa con troppa fretta e con una certa superficialità dalla Regione che ha ritirato i ricorsi (molto probabilmente vincenti) in cambio della rimozione del vincolo del Patto di stabilità e del riconoscimento di quote consistenti riferibili ad una serie di entrate per circa 900 milioni, che lo Stato naturalmente ha accettato di pagare in comode rate. La Regione invece paga tutto e subito, ma non solo paga a Roma (quasi un miliardo) quanto ancora non trasferito a Cagliari, che già sarebbe un conto a perdere ‘a somma zero’, ma si vede di colpo aumentati i costi della sanità a suo carico e, molto probabilmente, costretta a dover ripianare i bilanci delle Province, strozzate dai prelievi forzosi dello Stato.
E qui, appunto, si innesta la terza vertenza, che dovrebbe iniziare chissà quando con le due parti (Regione e Stato) che, diciamo, non si trovano in condizioni di forma smagliante. Ma ammettiamo che succeda il miracolo, con lo Stato che molla 1 miliardo ‘cash’. Come lo spenderebbe la Regione? Male, come ha lamentato lo stesso Presidente della commissione Bilancio sollecitando la verifica trimestrale dell’andamento della spesa. Un esempio per tutti? La Sardegna è la Regione più povera d’Italia, ma è quella che spende di più nel welfare. Anche questi conti non tornano neanche un po’.
SardoSono
(admaioramedia.it)