SARDOSONO, Un nuovo patriottismo regionale: i giovani sardi riscoprono la ‘loro terra’

Se fossimo una Regione normale la notizia sarebbe da titoloni, invece è poco più di un rimbalzo che arriva da elaborazioni nazionali dati Istat. La Sardegna è la locomotiva d’Italia per la crescita di occupati in agricoltura: +25% da gennaio a settembre 2015, percentuale che per l’Isola significa circa 9.000 posti di lavoro in più. Il dato, come direbbero gli esperti, è ancora grezzo ma contiene alcuni segnali davvero molto interessanti, soprattutto due: una buona parte di questi nuovi occupati è giovane e circa la metà ha la laurea in tasca.

In poche parole, i Sardi e in particolare i giovani riscoprono la terra, la 'loro terra', quella in cui sono nati e cresciuti fra mille difficoltà, quella terra che chiede sempre lavoro duro e finalmente viene percepita anche come un grande 'bene comune' in grado di rappresentare non solo un orizzonte con qualche fascino, ma un progetto di vita personale e professionale concreto, fatto di tradizione ed innovazione, di sfide e di soddisfazioni.

Ce ne sarebbe abbastanza anche per la politica se, appunto, fossimo una Regione normale, per buttarsi a capofitto a cercare di capire il perché ed il percome di questo fenomeno, scoprire in quali territori ha preso forma, dove ha già raggiunto una sua solidità, come si può sviluppare ancora, per orientare le risorse disponibili in una direzione giusta. Non è solo una questione economica, per quanto importante. Nel rafforzamento del legame dell’uomo con la 'sua' terra, e la storia della Sardegna lo racconta da millenni, c’è anche cultura, il seme di un nuovo 'patriottismo regionale', che il variegato mondo sovranista isolano non è stato capace di cogliere ed interpretare. Altro che ripopolare la Sardegna con i migranti, come dicevano Severgnini, Soru e pure Pigliaru, impegnati nella dotta recensione del solito film che non vende un biglietto, ma fa tanto chic.