Parte molto in ritardo e tutta in salita la riforma del servizio sanitario regionale, che ha come macro-obiettivo quello di portare la Sardegna all'interno della media nazionale di 3.7 posti letto per 1.000 abitanti, avvicinandosi il più possibile alla soglia della spending review (3.4/1.000). Missione praticamente impossibile, almeno sulla base dei dati indicati nella recente delibera della Giunta regionale, che l'assessore Arru si è dichiarato comunque disposto a rivedere "a saldi invariati".
Intanto, quando lui prova a spiegare la riforma, in tutta la Sardegna e soprattutto nelle realtà più piccole nascono comitati ed emergono posizione diametralmente opposte, ma tutte con un denominatore comune: no alla chiusura degli ospedali decentrati e no al declassamento delle strutture esistenti. Ma cosa prevede, in concreto la riforma? Il punto di arrivo è quello di curarsi il meno possibile negli ospedali, dove si tratteranno solo i casi più gravi, ed il più possibile nei presidi sul territorio. Di qui, appunto, la necessità di raggiungere la famosa 'soglia' che, oltretutto, farebbe scattare un finanziamento di 250 milioni per la ristrutturazione dei presidi più vecchi ed inefficienti. Il problema, però, è che alla soglia si arriva in modo abbastanza 'lineare' non solo tagliando in tutta l'Isola (tranne in Gallura dove nascerà il Mater Olbia), ma consentendo agli ospedali cagliaritani di sforare allegramente il tetto fino a superare abbondantemente il 4%.
E' chiaro che così il sistema non può reggere. E non regge anche perchè i risparmi previsti, 150 milioni nel triennio, fanno appena il solletico ai 400 milioni annui, che rappresentano una crescita ormai consolidata del sistema. Senza contare che, alla fine, tutte le misure dovranno essere inserite in un nuovo contesto di 'governance' sul quale il centro-sinistra litiga praticamente dal primo giorno successivo alla vittoria: le nuove Asl saranno due o tre, compresa od esclusa quella di emergenza urgenza? Come e dove saranno ricollocate le funzioni? Problemi enormi sui quali la maggioranza di Pigliaru, poco prima dell'estate, si è salvata in corner rinnovando il mandato dei commissari 'in articulo mortis'. Ma entro l'anno il nodo arriverà al pettine.
SardoSono
(admaioramedia.it)
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