Per il presidente Pigliaru è una pagina di storia ma per molti è una pagina incompleta e scritta anche abbastanza male. Dando uno sguardo ai corsi e ricorsi dei rapporti fra lo Stato e la Regione sarda emerge che, dieci anni dopo Soru, Pigliaru non ha fatto molto meglio di lui. Soru aveva concesso un condono tombale in cambio del riconoscimento di alcune entrare, permettendo anche allo Stato di pagare dopo mentre la Sardegna saldava tutto e subito; era la vittoria in una causa pseudo federalista (“dateci i soldi, al resto pensiamo noi”) che Soru pensava di vincere gestendo in prima persona sanità, continuità territoriale e trasporto pubblico locale ingrassando il piatto, per il resto, con le tasse sul lusso. Risultato: lui è andato a sbattere e la Sardegna si è fatta molto male, al punto che oggi la gestione ‘sovrana’ delle tre materie non solo non è accettabile per i sardi ma mette a rischio i conti della Regione.
Pigliaru, dopo alcuni ricorsi ‘vinti’ della Giunta Cappellacci, ha preso in mano le cose a questo punto e i risultati portati a casa non sono molto migliori. Non ha fatto condoni (perché non c’era più niente da condonare), però ha accettato il principio secondo il quale lo Stato paga a rate e la Regione ’cash’, ritirando i ricorsi vinti e tenendosi in casa sanità, continuità e trasporti con qualche fiammella di speranza di risorse aggiuntive che, comunque, non saranno risolutive. Tirando la riga finale sulle due operazioni, si resta abbondantemente al di sotto della sufficienza, soprattutto per le famose tre materie che pesano come una montagna sul futuro della Regione. La sanità, in piano di rientro, dovrebbe produrre risparmi molto incerti (fra il 5 ed il 35%, forchetta troppo ampia per essere credibile) solo nel medio periodo, 5 o 10 anni. La continuità territoriale, colpita dal ‘stress test’ dell’aumento delle tasse deciso dal governo e dalla fuga di Ryanair, sta crollando perché i soldi non bastano, non funziona per i sardi e, ancora di meno, per quelli che vogliono venire in Sardegna. Il trasporto locale, dopo il flop dei treni veloci, ha prezzi più alti e servizi peggiori.
“Pigliaru aveva ragione”, ha affermato l’assessore Maninchedda (solitamente stretto con i voti) dopo la chiusura dell’accordo con lo Stato sulle entrate. Sarà pure, ma se il Governatore ha ragione, i sardi che gli danno torto sono molti di più.
SardoSono
(admaioramedia.it)