Il presidente Pigliaru è vivo e lotta col Pd. Dopo essere stato lasciato a terra senza troppe scuse, se non quelle di circostanza del sindaco Zedda che ne ha preso il posto, il Governatore ha aderito al manifesto-listone ‘europeo’ anti-sovranista dell’ex ministro Carlo Calenda. Poi, siamo sempre nel Partito democratico, per cui la proposta è stata immediatamente demolita da Enrico Letta e a quel punto si è capito che dietro c’è Renzi.
Un po’ lo ha fatto capire anche lo stesso Pigliaru quando, in una intervista, ha elencato i suoi riferimenti nel partito: Calenda, appunto, Del Rio e Martina, indicato come “buon segretario”. Neanche una parola per il governatore del Lazio Zingaretti, per il momento in testa nella competizione interna. Se quindi il quasi ex governatore sardo sarà ancora una risorsa renziana, buona al punto di essere trasformata in una candidatura alle europee, bisognerà vederlo, perché gli appuntamenti elettorali sono tali e tanti da rendere difficile ogni previsione. Di certo il Pd non è messo bene e se è un posto dove volano gli stracci quando governa, figuriamoci cosa accadrà quando sarà costretto a stare dall’altra parte della barricata.
Il gioco si farà molto duro, anche perché c’è il congresso di mezzo, e sarà interessante vedere se e come Pigliaru riuscirà a trasformrsi in uomo di azione capace di sporcarsi le mani se occorre, dopo essersi affermato come uomo di pensiero, scelta che ha sempre preferito.
SardoSono
(admaioramedia.it)