Da sardo chiederei innanzitutto a Babbo Natale una deroga per l’Isola, perché lui è un buonista planetario per natura e a differenza della Befana che viaggia anche con un po’ di carbone in saccoccia, porta regali a tutti, anche a chi non li merita.
Il primo regalo andrebbe fatto alla Regione che, ormai cominciano a dirlo in tanti anche se sottovoce, ha letteralmente buttato al vento 70 anni di autonomia, accontentatosi della mance dei vari Governi che alla fine sono diventate briciole e poi nemmeno quelle. Dunque, che la Regione si metta finalmente a fare la Regione autonoma, chiedendo allo Stato ciò che le spetta, ma dando in cambio vere capacità di buon governo (nel senso che deve dimostrare di svolgere determinate funzioni meglio dello Stato) in cambio di una responsabilità piena sulle scelte che fa. Una specie di nuovo patto costituzionale. Un patto nel quale, è chiaro, lo Stato deve fare la sua parte nei confronti della sua isola più lontana e, da questo punto di vista, dovrebbe gestire insieme alla Regione le tre materie, sanità, continuità territoriale e trasporto pubblico locale, che a suo tempo Soru immaginò di gestire da solo con i risultati pessimi che tutti conosciamo.
Un altro regalo, sempre alla Regione, dovrebbe essere quello di pensare la Sardegna come una terra consapevole della sua bellezza, come grande messaggio da rivolgere al mondo: una bellezza naturale, paesaggistica, culturale, storica, che può e deve diventare un vero e proprio ‘marchio’ globale. Radici forti e profonde, in altre parole, da raccontare con uno sguardo lungo verso il futuro, pieno di innovazione con una economia rivolta tanto alle persone quanto ai bilanci in attivo, attento ai giovani ed alle loro idee.
Prendendo un po’ di carbone in prestito dalla generosa Befana, infine, lo porterei a quei pochi sardi che sognano una terra di stampo ‘castrista’, sola in mezzo al mare, staccata dall’Italia e legata ad una Europa in decomposizione, almeno come idea che abbiamo conosciuto. Fatevene una ragione, cari fratelli diversi. Il vostro pensiero, che pure ha attraversato la storia dell’Isola, non è stato schiacciato dalla repressione brutale dello Stato-canaglia, semplicemente è sempre stato minoranza fra i Sardi e tale resterà. Voltate pagina.
SardoSono
(admaioramedia.it)