Sarà pure il ruggito del coniglio ma, di fatto, il centro sinistra sardo ha accettato la lettura sintetica di Pigliaru sulle recenti elezioni politiche: “Abbiamo fatto tanto ma non siamo riusciti a comunicarlo; quindi la parola d’ordine da qui alla fine della legislatura è fare bene e comunicarlo meglio”. Per cui, seguendo questo mantra, si è (ri)cominciato a parlare della legge urbanistica anche perché, in effetti, nella materia è stato fatto ben poco (a parte la legge edilizia del 2015 che ha avuto sul sistema un impatto vicino allo zero) e, quanto a comunicazione, c’era da mettersi le mani nei capelli.
E dunque, tanto per (ri)partire, una bella falsa partenza. Facendo finta che le diverse proposte di legge, a partire da quella dell’assessore Erriu, non siano state già presentate e le audizioni dei portatori di interesse non siano state già fatte tutte da Legambiente al Consorzio Costa Smeralda, la Commissione competente del Consiglio regionale ha ripreso l’esame dei testi praticamente da zero, come nel gioco dell’oca. Senza votare nulla, per carità, e tenendosi alla larga dai punti più spinosi, ma impegnandosi a fondo in un bla bla bla istituzionale che dovrebbe servire a fare ora in attesa di trovare la sintesi in uno o più vertici di maggioranza. Con un calendario largo che, tirato per benino, potrebbe coprire tutta l’estate ed arrivare magari fino all’autunno.
Per fare cosa? Il problema è tutto qui. Pigliaru, pressato dal fondamentalismo ambientalista che sembra aver trovato sponde anche in un certo cretinismo a 5 stelle, si è già mezzo impegnato a stralciare dal testo della Giunta alcune parti che riguardano le premialità volumetriche per la riqualificazione delle strutture alberghiere nei primi 300 metri di costa ed anche a rivedere le ‘finestre’ assegnate all’Esecutivo per la valutazione di progetti di particolare valore: Ma, se fosse vero, cosa resterebbe della legge? E soprattutto, quale risposta ci potrebbe essere alla domanda non tanto se costruire o no, quanto sul come e dove costruire, secondo quali canoni, in base a quali principi di sostenibilità e, perché no, di bellezza legata all’identità della Sardegna ed allo specifico dei territori? Domande troppo difficili per chi, piuttosto che sciogliere i nodi, preferisce tagliarli.
SardoSono
(admaioramedia.it)
One Comment
Giampaolo Marchi
Nuova Legge Urbanistica Regionale
aprile 2018 presso Consiglio regionale della Sardegna
APPELLO AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE.
Tra sette giorni e cioè il 13 aprile saranno 45 anni di laurea.
Vorrei poter tenere una Lectio Magistralis, sull’Urbanistica, davanti al Consiglio Regionale.
Poi Consiglieri e Giunta decideranno secondo coscienza il futuro urbanistico della Sardegna.
Questo sarebbe un bellissimo regalo, fatto da loro a me e da me a loro.