SARDOSONO, La Regione ha una sua idea per il futuro energetico dell’Isola?

05 Settembre 2016

In una Regione dove l’energia è la più cara d’Italia il problema dovrebbe essere in cima all’agenda della politica. Invece, è spiaggiato in un piano energetico rimasto troppo a lungo ‘riservato’ e rivelatosi poi deludente quando se ne sono appresi i contenuti. Soprattutto perché si barcamena ancora nella difficile convivenza fra fonti energetiche tradizionali di origine fossile, che ovunque si sta cercando di superare, e fonti ‘pulite’ come il metano, che viene assicurato ai sardi nel giro di due anni manco fosse un prefabbricato di periferia.

In questo contesto, trovano ampio spazio mediatico gli allarmi contro alcuni progetti energetici innovativi ed alternativi (un po’ gli stessi che invocavano i Verdi negli anni ’70 salvo poi voltare gabbana) che vedono accorrere sia la sinistra che il variegato popolo sovranista, come è accaduto recentemente per la mega centrale ad energia solare ipotizzata a Decimoputzu e, pare, anche dalle parti di Gonnosfanadiga. E, a dir la verità, dalle inchieste giornalistiche sono emerse due cose piuttosto interessanti, da una parte il solito ‘triangolo’ fra Governo e Regione che agiscono a rispettiva insaputa e dall’altra la comparsa sulla scena regionale di imprenditori che amano andare per le spicce.

Il problema, però, non quello di dividere i sardi nelle solite tifoserie di favorevoli e contrari, quanto di capire che idea ha la Regione per il futuro energetico dell’Isola. E se, in particolare, ci sia la volontà di insediare gli impianti di energie rinnovabili nelle (purtroppo tante) aree industriali dismesse, naturalmente dove esistono le condizioni di sostenibilità ambientale, economica e produttiva. Nel caso dell’energia solare, ad esempio, sembra davvero debole (come hanno fatti i promotori del progetto) motivare la localizzazione degli impianti a Decimoputzu, e non invece a Porto Torres, Ottana o Assemini, perché altrove “non ci sarebbe abbastanza sole”. Grazie a Dio, siamo molto ben forniti. Il problema, semmai, è che, a cominciare dalla Regione, non sappiamo che farcene.