SARDOSONO, Il gps del centrosinistra sardo è in avaria

A dimostrazione del fatto che forse c'è davvero vita su Marte, il dibattito politico del centro sinistra sardo marca una distanza siderale dai veri problemi dell'Isola. Molti si rammaricano di non aver potuto incidere nemmeno un po’ sulla riforma costituzionale, come se il cammino di quella legge fosse iniziato l'altro ieri e non scandito, invece, dai tormentati passaggi (non ancora conclusi) fra Camera e Senato.

Il sovranista Maninchedda si mantiene fermo nella sua convinzione di muovere ‘guerra’, molto ma molto simulata, allo Stato, rimproverando l'assessore Demuro di non aver avuto abbastanza palle. Ganau è tranquillo perché, nonostante tutto, secondo lui basta e avanza lo Statuto, come se dentro ci fosse un velato accenno al gap dell'insularità. Il vendoliano Uras ricorda che nessuno da viale Trento o da via Roma ha sentito il dovere di ‘dare la linea’ ai parlamentari sardi amici sul tema e anche il tabacciano Capelli mette la Giunta regionale nel suo mirino. Il presidente Pigliaru, nel frattempo, sembra stare ottimamente a Bruxelles dove disegna scenari della nuova economia ‘green’ che potrebbe risollevare la Sardegna. Soru non ne parliamo. Dalla sua poltrona al Parlamento europeo si lancia in una intemerata contro le banche, forse perché ha problemi di rating, e sulla privacy invasa da quegli sporcaccioni degli americani, mostrando la solita scarsa attenzione per quanto succede, diciamo, a Sassari o a Quartu.

Il maltempo in Sardegna è finito, ma la barca del centro sinistra non ha una rotta, né giusta né sbagliata. Ha il gps in avaria e ha perso perfino la bussola, ma il brutto è che, quando si fa notte, non riesce nemmeno a vedere la stella polare.

SardoSono

(admaioramedia.it)

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