Fare politica (e male) all'insaputa di tutti e contro (quasi) tutti. E' questa la strada che il centrosinistra sardo sembra aver imboccato con decisione, sia nelle questioni interne che in quelle esterne, che riguardano i rapporti fra Stato e Regione.
Nelle questioni interne, a cominciare dalla riforma degli Enti locali, la macchinosità logica dell'assessore Erriu, le ovvietà dell'assessore Demuro e le foglie di fico del presidente Pigliaru stanno facendo spiaggiare la riforma su una battigia di scarso pregio, occupata da campanili abbastanza diroccati.
Nella sanità, il deficit è quasi raddoppiato rispetto al 2014 e l'assessore Arru ha un bel dire che è stato condizionato da fattori eccezionali, mentre non riesce a far intravedere, nemmeno per un zerovirgola, come migliorerà il servizio per i cittadini. E' vero che i conti si fanno a fine anno ma, proprio qui, potrebbe cascare l'asino di un accordo sulle entrate fatto a luglio e, fra un mesetto, in buona parte da riscrivere. Ma il massimo (del minimo) si raggiunge sulle questioni esterne e sul nodo dei rapporti Stato-Regione. Un gruppo di parlamentari sardi presenta un documento sulla vertenza Sardegna e se lo fa pure approvare dal Governo (per quello che vale) all'insaputa della Regione che, per conto suo, consegna a Renzi in quel di Olbia un altro documento con dentro (pare) 28 punti. Al posto di Renzi, e non è detto che non lo abbia fatto, ci sarebbe da godere come matti: con interlocutori istituzionali così divisi e incasinati si passeggia alla grande. Si potrebbe continuare a lungo ma il rischio di far calare l'audience è troppo alto. C'è un generale deficit di politica e di un centrosinistra che si dimostra per l'ennesima volta bravo a vincere le elezioni, ma asino quando si tratta di governare. E poi c'è un Pd guidato da Soru, soggetto geneticamente vocato all'anti-politica (nel senso di antitesi), che comunque è ancora il più forte e figuriamoci gli altri. Questo, per i Sardi, è il dream-team che passa il convento.
SardoSono
(admaioramedia.it)
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