SARDOSONO, Emanuele contro Renato: nella famiglia Soru due visioni dell’urbanistica

La polemica su Funtanazza, si potrebbe dire al di là di ogni ragionevole dubbio, dimostra che la visione che ha dell'urbanistica Soru (Renato) è completamente sbagliata, mentre è giusta quella di Soru (Emanuele). In attesa che si lavino i panni sporchi in famiglia, ma con Soru (Renato) sarà difficile, emerge un dato reale molto interessante anche dal punto di vista culturale: è possibile costruire o intervenire sulle coste anche a 300 metri dal mare purché progetti ed opere siano realizzati secondo il criterio della sostenibilità, peraltro attualissimo, e della ‘bellezza’ senza aggettivi.

Del resto, questa è la lezione più importante che ci arriva dalla Costa Smeralda, nata agli inizi degli anni '60 non solo dalla visione illuminata del principe ismailita ma anche dalla capacità progettuale e dalla bravura tecnica dei più grandi architetti dell'epoca (Couelle, Busiri Vici ecc). Una lezione che la Sardegna ha purtroppo ignorato, ritenendola il capriccio snob di un facoltoso aristocratico mediorientale per giunta; un pregiudizio ‘sinistro’ che ha fatto malissimo alla Sardegna ed al suo turismo ma di cui, purtroppo, esiste una vasta letteratura anche recente.

Venendo ai giorni nostri, ben venga che Soru (Emanuele) sputtani così clamorosamente le teorie di Soru (Renato), anche se forse a sua insaputa e, per qualche aspetto non secondario, in versione ‘furbetta’. L'urbanistica ambisce ad essere una scienza quasi esatta, ma adesso siamo arrivati finalmente ad un bivio: la sostenibilità ambientale si persegue vietando tutto e magari lasciando aperte le solite finestrelle o fissando regole comuni ispirate all'armonia e, come dicevamo prima, alla bellezza? Per il momento la seconda risposta alla domanda ha portato Soru (Emanuele) dalla parte del buon senso. Per Soru (Renato) c'è ancora un po’ di lavoro da fare, ma chissà…