I Sardi hanno già iniziato a conoscere il nuovo presidente del Consiglio regionale, Michele Pais, leghista del nuovo millennio con ascendenze di destra, autonomista convinto e catalanofilo al punto di far storcere il naso, non solo a quel che resta del Partito popolare spagnolo, ma sopratutto ai radicali di Vox.
Passato in pochi mesi da oppositore assatanato di Mario Bruno, sindaco ad Alghero, a garante di maggioranza ed opposizione in un Consiglio rinnovato per tre quarti, ha sorpreso tutti con la sua idea, maturata in un faticoso viaggio sulla 131 in direzione Cagliari, di fare della Sardegna una Regione compiutamente autonoma sul modello del Trentino Alto Adige. In sintesi, due grandi province (del Nord e del Sud) ed una Regione più ‘spalmata’ sul territorio. La proposta, che sarà sicuramente approfondita in molte sedi comprese quelle tecnicogiuridiche, è oggettivamente intrigante.
Lo Statuto del Trentino non è nuovo (risale agli anni ’70, dopo il primo del 1948), ma è quello che più di ogni altro in Italia è stato riempito di contenuti concreti attraverso le ‘norme di attuazione’, cioè intese con lo Stato su temi specifici che trasferiscono funzioni e risorse dal centro alla periferia ed hanno ‘rango’ costituzionale. Risultato: la Regione è fra le più efficienti d’Italia, con la migliore qualità della vita, un tessuto sociale forte ed una economia robusta che poggia sulle risorse locali. Ci sono anche ombre, naturalmente, ma un modello sardo con caratteristiche simili è da tempo nella mente e nel cuore di molti Sardi. Il lavoro da fare è enorme, ma la strada potrebbe essere davvero quella giusta.
SardoSono
(sardegna.admaioramedia.it)