Mentre a Roma si prendono a legnate e perfino il lealista Bersani mette quasi in dubbio il suo futuro nella ‘ditta’, i Sardodem scoprono il dissenso dolce, il mettersi di traverso tenero, la differenza soft di un pezzo della maggioranza. Però, alla fine i voti mancano, nella seduta-lampo del Consiglio regionale chiamato a scegliere i grandi elettori del prossimo Capo dello Stato. Ma, questo è il punto, se i voti in libertà non pesano, non vogliono dire niente di negativo, non rappresentano una presa di distanza da qualche scelta ‘forte’, allora a cosa servono?
Se era per mettere un pizzico di sale, bastava Gavino. Che anche lui, in fondo, da quando ha scelto la linea ‘entrista’, e' un tenerone.
SardoSono
(admaioramedia.it)