Comunque la si voglia valutare, quella sulle Province (Gallura e non solo) sarà una delle frittate più clamorose della storia autonomistica: su questo sono d’accordo destra e sinistra.
Non c’è molta differenza fra quello che ha detto Fasolino di Forza Italia (“la maggioranza sta facendo ostruzionismo a se stessa”) e ciò che ha sostenuto il progressista Agus (“stiamo facendo una legge dell’opposizione con l’appoggio esterno di una parte della maggioranza”). Se poi aggiungiamo che la figuraccia impatta sul mondo delle autonomie e trascina inesorabilmente verso il basso anche il civismo paraculo di Zedda il quadro è completo.
Fino ad un certo punto, però. Perché poi bisogna conteggiare fra le cose non fatte (a parte quelle fatte male, ma è un altro paio di maniche) anche la legge urbanistica, rimasta al palo per le solite torsioni dei vari pezzi della sinistra, e quella sul trasporto pubblico locale che, sotto la pressione della scadenza del dicembre 2019 imposta dalla Unione europea, doveva provare a dare senso ad un sistema ‘su gomma’ dove convivono piuttosto male aziende pubbliche locali, Arst e ben 52 vettori privati.
La sintesi è un po’ tutta qui. La decomposizione della maggioranza dell’ormai ex governatore Pigliaru, non ricandidato ‘a sua insaputa’, dimostra per l’ennesima volta che la sinistra è bravissima a mettere assieme coalizioni ‘larghe’ ficcandoci dentro tutto ed il suo contrario, salvo poi andare a sbattere quando si tratta di governare, di scegliere e di decidere. Si tratta, ovviamente, di un solido argomento di campagna elettorale per i candidati-governatori di ogni provenienza, ma soprattutto per il centro destra che, al di là dei sondaggi, è l’unico vero schieramento con tutte le carte in regola per tornare al Governo della Regione.
SardoSono
(admaioramedia.it)